1919:I VENETI TRA LE ROVINE, ALLE PRESE CON LA BUROCRAZIA ROMANA



Ogni volta che riprendo in mano quello straordinario libro del Prof. Bruno Pederoda (Tra le macerie e miserie di una Regione dimenticata), mi prende un magone terribile. La Venezia di terra con paesi e cittadine rase al suolo, campagne allagate o distrutte,  invasa da funzionari italiani incapaci, burocrati lestofanti, mentre  la gente moriva di freddo o dormiva sulla paglia nell'ex zona di guerra. Per darvi un'idea della situazione catastrofica riporto qualche altro brano: 


Un istituto federale locale per promuovere il credito per la ricostruzione porta addirittura in tour un gruppo di giornalisti, perché tocchino con mano la catastrofe: Accostandosi ai Veneti i giornalisti avrebbero potuto costatare che 'sopratutto li addolora, li accora, li esaspera, la sensazione che il Paese amareggiato dalle interessate denigrazioni partite da certi banchi de Governo (dichiarazioni anti venete del ministro Nava che dipinse i Veneti come parassiti scrocconi ndr), non li assista con solidarietà piena e fraterna nella sciagura senza nome; che il problema straziante che incombe sul loro avvenire non si voglia assunto, senza reticenza o transazioni, tra i più urgenti problemi nazionali (1)'.


"Asiago vuol rinascere bella e fiorente", ma intanto tra le macerie riaprono gli uffici pubblici, nell'ospedale rimasto in piedi, unico tra i tanti demoliti, e il primo sportello che si affaccia è prorpio quello dell'ufficio delle imposte. 
San Donà.. all'aspetto non è che un fantasma di vita, che si svolge tra le rovine e baracche, come a Fossalta di Piave dove sono addossate a qualche muro superstite ancora in piedi..Tutti disoccupati, ma i centri distrutti pupullano di stranieri provenineti da ogni parte d'Italia in cerca di lavoro.. quando se non di qualcos'altro. "sommano a novemila circa - precisa mons. Saretta -  e in mezzo a loro fermentano certi elementi pericolosi anarcoidi". 



..A Fener si sono rifatte appena 17 case (dopo due anni) mentre ben 506 attendono di esserlo, e il disagio generale è assai grave.. i giornalisti sono sempre più perplessi...
Per alleviare la piaga della disoccupazione lo stato ha avocato a sé il collocamento dei lavoratori e sono stati aperti dei cantieri. "Dei cento milioni spesi per fronteggiare la disoccupazione, soltanto una part einfinitesima è stata spesa per la bonifica della bassa pianura che avrebberoridato alla ciltura grandi estensioni di terreno assai fertile e a quei lavori di sistemazione dei bacini montani, che potrebbero in un solo tempo riparare ai danni gravissimi riportati dalla guerra ai patrimoni forestali o almeno renderle meno disastrose."
E per la liquidazione dei danni di guerra  ai privati non va meglio: all'intendenza di Finanza di Udine
ci sono 20 impiegati e su di essa son piovute ben 280 mila domande la metà circa di quante interessano l'intero Veneto."In un anno si sono conclusi 30 mila ricorsi .. Continuando di questo passo, nella migliore delle ipotesi ci vorranno ancora non meno di 9 anni per esaudire le pratiche."

Stanca, frastornata, discorde, la comitiva dei giornalisti si scioglie a Trieste...

Sunto libero da pag 164-166 dell'opera citata. 

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