LA PICCOLA VENETA A CAVALLO DEL CIGNO, 2700 ANNI FA
dalla guida della mostra 'I Veneti dai bei cavalli'
La sorpresa, per gli studiosi della tomba di Lovara di Villa Bartolomea, un insediamento presso l’Adige, datato tra l’VIII e il VI secolo a.C. non fu il corredo o una situla splendida (era un modesto vaso cinerario in terracotta), ma il rinvenimento di un uovo di cigno.
Le piccole ossa conservate nel recipiente parlavano di una bimba di quattro anni di età, a cui erano state poste come corredo funebre una collanina, e dei piccoli braccialetti. Oltre a queste, un uovo speciale, quello di un cigno, volatile sacro: “nell’ambito di credenze ultraterrene era ritenuto un tramite tra l’uomo e gli dei, collocati nel loro empireo.
Lo stesso rito funebre dell’incinerazione faceva parte di questa logica rituale (le volute di fumo avrebbero portato il defunto verso il cielo). Anche nella mitologia greca il cigno è l’uccello sacro ad Apollo, che trasporta il carro solare con cui il dio si reca nella mitica terra degli Iperborei, una popolazione che nell’età più arcaica era genericamente collocata nel Nord e poteva essere identificata con le popolazioni che vivevano attorno al Po e all’Adriatico.
L’uovo, a sua volta, è un preciso segno di rinascita, e la sua presenza in corredi funerari dell’Italia preromana è stata in periodi successivi collegata con la diffusione di culti orfici trasmessi dai coloni greci dell’Italia meridionale e, forse, dai mercanti presenti ad Adria ed a Spina e anche in Veneto (Altino in specie). La tomba di Lovara, come altra analoga con uovo contemporanea ad Este, dimostra che già nel VII secolo erano diffuse tra i Veneti pratiche religiose assai elaborate, in cui è possibile confluissero credenze di origine orientale” . (Luigi Malnati i Veneti dai bei cavalli).
La pietas dei sui genitori avrà quindi pensato all’anima del loro piccolo angelo, mentre saliva al cielo sulla groppa del cigno sacro, per riprendere a vivere accanto agli Dei immortali.
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