QUELLA PUNTA IMMERSA NELLA LAGUNA. LA DOGANA.

AUTORE: GIULIA MATTIOLI


Venezia non smette mai di stupire, affascinare, riempire di bellezza gli occhi di chi la guarda. Punta della Dogana è uno di quegli angoli non particolarmente nascosti, anzi, piuttosto in risalto, che tuttavia chi si ferma in città per pochi giorni spesso salta, preso com’è dal visitare i ‘grandi classici’ (piazza San Marco e la sua Basilica, Palazzo Ducale, il Canal Grande). Eppure vale la pena recarsi in questo triangolo di terra, compreso tra il Canal Grande e il Canale della Giudecca, per scoprire un lato di Venezia insolito. Quello industriale, contemporaneo, ben racchiuso in un involucro del 1600.

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Punta della Dogana è in realtà il nome dell’area, caratterizzata dalla Dogana del Mar, edificio che dal XV in avanti divenne l’avamposto commerciale (in precedenza la ‘dogana’ era situata presso l’Arsenale). L’edificio fu completato nel 1682, grazie all’opera dell’architetto Giuseppe Benoni. Si caratterizza per la forma triangolare, sulla cui punta capeggia una torre sormontata da un gruppo scultoreo, che rappresenta due Atlanti che sorreggono una grande sfera. In cima, la Fortuna (Occasio) ruota indicando la direzione del vento. L’attività doganale proseguì qui fino agli anni ’80 del Novecento, dopodiché il grande edificio cadde in disuso. E’ solo in epoca recente, ovvero nel 2009, che esso rinasce come polo museale, un centro d’arte contemporanea collegato a Palazzo Grassi, dove è esposta parte della collezione Pinault e dove si alternano mostre temporanee. E’ proprio la fondazione François Pinault che si è incaricata, nel 2007, di recuperare l’ex dogana. Affidando l’imponente lavoro di restauro all’architetto Tadao Ando. 

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L’intervento dell’architetto giapponese ha rivisitato gli ambienti interni senza stravolgerli, ma conferendo loro connotati di tipo industriale che ben si sposavano con l’edificio antico. Cemento, ampi spazi aperti, mattoni a vista, elementi in vetro e metallo, ricordano le vecchie fabbriche e conferiscono un senso di legame con l’eredità storica del luogo. Non sono tuttavia mancate le polemiche: in origine, il progetto prevedeva anche l’innalzamento dei due colonne di cemento quadrate all’estremità di Punta della Dogana. Idea alla quale Ando ha dovuto rinunciare in seguito a feroci polemiche, sia di tipo ‘estetico’ che funzionale.


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