VENEZIA ALL'EPOCA DEGLI "IMPIZA-FERAI"
A Venezia, durante la notte, l'illuminazione era scarsa tranne che a San Marco e a Rialto, dove i bottegai incominciarono, nel 1718 circa, a tenere accesa una lanterna fuori dalla loro bottega. Certe calli erano rischiarate appena da un lanternino, ricordo dell' antico "cesendelo", che ardeva dinanzi alle immagini sacre. Per camminare, attraverso il buio notturno, chi poteva permetterselo, pagava "uomini sconosciuti con un fanalino in mano". Questa caratteristica guida era chiamata "codega" (dal greco guida). Solo dopo il 1732 iniziò la illuminazione Delle strade coi fanali, giacché il Goldoni, quando vi fece ritorno nel 1734 trovò
" Che i fanali formavano una decorazione utile e piacevole" mentre, nel 1763 l abate Coyer osservava che di notte le vie veneziane erano ben illuminate " ce qui n est pas commun en Italie". L' illuminazione, che non era però estesa a tutte le strade, non fece scomparire il codega il quale rimase in buona armonia accanto ad un nuovo personaggio, l' impizzaferai ( colui che accende i fanali) . All' inizio del XIX secolo Venezia contava 2030 fanali ad olio, gli incaricati della loro accensione erano i lampionai muniti di scala chiamati "bollegheri" e nel 1843 si ebbe, in Piazza San Marco, la prima accensione dei fanali a gas, (dai costi molto più contenuti rispetto a quella ad olio).
La popolazione non accolse di buon grado questa innovazione, manifestando anche violentemente a causa dell' odore sgradevole che il gas emanava ( forse anche perché la società fornitrice era francese?🤔). Anche questa accensione veniva svolta manualmente utilizzando Delle pertiche in grado di aprire e chiudere i rubinetti del gas.
SS. Giovanni e Paolo. Venezia. |
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