GLI STRANI RITI NUZIALI A VENEZIA


Antonella Todesco ci racconta:

 Prima ancora che le bambine fossero uscite dalla fanciullezza, i genitori e i parenti pensavano di combinare un matrimonio che, per ricchezza di patrimonio e nobiltà di nome, potesse accrescere il lustro del casato. Spesso gli sposi giungevano al matrimonio senza essersi nemmeno conosciuti. Questo generò Delle ribellioni da parte dei giovani che non volevano rinunciare alla fanciulla amata. Si verificarono cosí alcuni fatti che vanno interpretati come "Costumanze nuziali". Così il rito nuziale del "ratto o rapimento", in uso ancora in alcuni luoghi dell' Italia meridionale, potrebbe, a Venezia, collegarsi nelle sue origini, con il leggendario ratto Delle spose veneziane, che trova nei Romani rispondenza con quello Delle Sabine. Con un altra forma di rito nuziale, chiamato " la scapigliata", i giovani innamorati, per vincere le difficoltà che si frapponevano al matrimonio, solevano strappare in pubblico alla fanciulla, il copricapo, o scomporle i capelli ovvero abbracciarla e baciarla.
Un altra forma di rito antico per vincere gli ostacoli nuziali, fu quello di portare via il fazzoletto alla donna amata. Il 13 aprile 1489 a Venezia, otto giovani patrizi entravano rumorosi nella chiesa di San Giovanni Grisostomo e strapparono violentemente di mano i fazzoletti ad alcune ragazze. Furono presi e condannati a due mesi di carcere e banditi da Venezia per due anni. Sembra inverosimile che dei giovani appartenenti ad importanti nobili famiglie abbiano potuto sfidare la giustizia della Repubblica per rubare fazzoletti da naso in un luogo sacro ma pare che questo avesse proprio un significato simbolico, una sorta di violazione della donna alla quale non si potesse fare altra ammenda se non convolando con lei a giuste nozze.

G. Molmenti

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