IL VENETO E' VENEZIA, SENZA NON ESISTE.


Ho tra le mani un libro che l'amico fraterno Gabriele Riondato mi ha affidato da un paio di giorni, certo che ne avrei fatto buon uso.  Parla dell'influenza enorme del patriziato veneziano nella terraferma veneta (Friuli compreso, come era un tempo) e a quanto intuisco, è di importanza capitale per capire come la società veneziana si sia trasformata in società veneta tra il 1700 e il 1800 specialmente. Ve ne metto un piccolo assaggio, così ve ne farete una idea. 

"Terra patrizia" di Paolo Gaspari, edito dall'istituto Editoriale Veneto Friulano.


Nessun titolo feudale poteva valere l'iscrizione al libro d'Oro del patriziato veneziano... I patrizi veneti si ritenevano collettivamente di rango principesco: chiunque di loro, purché iscritto al Libro d'oro, poteva essere eleggibile al trono dogale. 
E tuttavia il maggior segno lasciato da questa repubblica oligarchica (orgogliosamente impermeabile a qualsiasi influenza che non fosse veneziana), dalla più antic aRepubblica e dall'aristocrazia più esclusiva d'Europa, fu nei domini di terraferma.
"Il Veneto è Venezia, senza non esiste". dalla esclusività della sua aristocrazia, e dalla originalità dei suoi assetti sociali, giuridici, amministrativi, culturali, Venezia trasse capacità storica di assorbir ela Terraferma disegnandola  a propria scala.
La Dominante penetrò la Terraferma con i suoi Provveditori sopra i beni inculti. con i Provveditori ai feudi, con le sue ville che trasferivano lo stile di vida della capitale  in campagna ( e che alcuni hanno definito 'la città continuata'. Sono rimaste quasi tremila di quelle ville eleganti, a tacere di quelle centinaia di ville demolite nell'Otto-Novecento. Queste ville erano quasi tutte affrescate. eleganti all'esterno, all'interno contenevano dei veri tesori d'arte e d'artigianato.


Sulle ville venete, sui loro giardini e sui loro affreschi esistono intere biblioteche, sull'ethos di quell'aristocrazia e sulla continuità delle sue norme etiche nel processo di incivilimento moderno durante e dopo la fine  della Serenissima non vi sono che poche pagine, e poche pagine del lento e sottile processo di fusione tra le famiglie del patriziato e le famiglie nobili della terraferma e dei ceti emergenti, quasi totalmente agrari, timidamente nel corso del Settecento, e poi in modo massiccio nell'Ottocento. 
La civiltà della villa coincide anche con la cosiddetta nobiltà suddita in uno dei rari modi in cui poté avvicinarsi all'aristocrazia della Dominante, chiusa e gelosa delle propria tradizione veneziana. Per una delle ironie che la storia spesso ci riserva, la fusione delle due nobiltà avvenne dopo la fine della Repubblica. 

Commenti

  1. Non condivido, il Veneto preesiste a Venezia ed è anche molto altro da Venezia.

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