L'ITALIA E LA SPOLIAZIONE DI UNA NAZIONE ANTICHISSIMA, il controllo della Storia
Da noi sappiamo che è incominciata nel 1866, e, accorpati nel "migliore dei mondi possibili" neanche la pellagra (vera piaga sociale dopo l'occupazione italiana) e l'emigrazione di massa, grazie agli ascari posizionati nei punti strategici nel Triveneto, han prodotto rivolte contro lo stato centrale, anzi, sono quasi riusciti a farci accettare la miseria come uno stato naturale del contadino e proletario veneto.
Che poi ci dipingevano, e ancora ci dipingono, in parte, col nostro accento quasi slavo (diceva un mio commilitone romanaccio che parlavo come un russo :) ) per dei contadini ignoranti, il cui posto naturale era quello di fare i domestici il qualche casa di "siori" della capitale italiota.
Fino all'epoca dei nostri genitori, parlo degli anni '50, tutto questo, dalla massa dei veneti, era ormai accettato come normale.
Ci si vergognava "de parlar el dia£eto" la maestrina segnava con ferocia i nostri errori e le nostre stragi di "dopie" e ci additava allo scherno della classe, magari composta da figli della "buona" borghesia cittadina che parlavano già solo el "talian" in casa (è capitato anche a me, quando scrissi in un tema, peraltro ben fatto "non potiamo" al posto di "non possiamo" :) ).
In altre parole, cultura popolare veneta, ignorata, sepolta, negata nella sua lingua e nelle sue tradizioni rese ridicole e superate dalla "modernità" fatta di mobili di fòrmica e cucine americane.
Ma non bastava seppellire la cultura popolare: il sistema italiota tuttora ci nega la nostra storia, e veramente Orwell fu un grande profeta: "CHI CONTROLLA IL PASSATO, CONTROLLA IL FUTURO, CHI CONTROLLA IL PRESENTE, CONTROLLA IL PASSATO".
Nella narrazione storica, una Nazione con 3200 anni di continuità, che ha costruito due civiltà, quella venetica e quella veneta, che ha creato il sogno del mondo che è Venezia, eccola divenire, per incanto, un popolo di "contadini ignoranti" detto per bocca di una sciacquetta napoletana (anche se continuo ad amare Napoli, la sua cultura, e i napoletani) diventata ministra. E di ubriaconi, a detta del Maestro Oliviero Toscani, bontà sua.
Dai veneti antichi, di cui non si accenna anche se con la loro civiltà son durati 1200 anni, si passa all'Arena di Verona, romana, nella narrazione di Alberto Angela, della premiata stirpe. E i veneti sono quindi romani, Venezia fu fondata da romani, vien da pensare, e poi Venezia fu solo una cosa "veneziana" e non creata soprattutto dall'apporto dai veneti (e dalmati) in prevalenza. Basta guardare ai natali di musicisti, pittori, architetti "veneziani".
Ecco, mi direte, dove vuto andar a parare co tuto sto discorso?
Al fatto evidente che un popolo si colonializza, e si spoglia così dei propri beni, rendendolo incapace di reagire; e come ha fatto lo stato unitario? negandoci la nostra Storia, che fu talmente grande da formare uno dei pilastri della civiltà europea, facendola magari passare per "italiana" e non veneta, e delle nostre tradizioni.
Orwell insegna...ma quanti veneti lo hanno mai letto, Orwell? Forse capirebbero il motivo per cui la battaglia culturale DEVE ANDARE di pari passo con quella politica.
Senza la presa di coscienza della nostra particolarità di Nazione, come potremmo invocare un diritto alla nostra autonomia e autodeterminazione nella platea del mondo, che pur ammira la nostra grande Storia? se siamo i primi ad ignorare quello che siamo veramente, meritiamo solo la schiavitù.
Ricordo una sfilata di protesta, a Venezia, con i gonfaloni, prima dell'arrivo della statua di Napoleone al Correr, e due turiste canadesi estasiate, quando gli spiegai il motivo del corteo. "Bravi Veneti!" mi dissero.
Lucio Movie Ciannel Furlan aggiunge: Sai cosa penso? Che noi dobbiamo continuare così, per la nostra strada, mettendoci il cuore. Ogni partito, ogni movimento, ogni ideologia ha estremo bisogno di una radice storica per poter sopravvivere. Lo sapeva pure D'Annunzio, che rubò i simboli della nostra civiltà per rafforzare la propria ideologia. Lo sapevano pure Bossi ed il suo clan. Per questo s'inventarono la padania, l'ampolla su Po e robe varie. Noi dobbiamo continuare così, Fare cultura mettendoci il sentimento. Saranno i partiti a seguire la nostra strada.
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