BERETTA, 500 ANNI DI ECCELLENZA
Il primo documento risale al 1598. Nel 1526 si ha la conferma della ricevuta di pagamento, al maestro da canne Bartolomeo Beretta dell'ordine, per una fornitura di canne di archibugio alla Repubblica di Venezia. La ricevuta di pagamento in questione è conservata presso gli archivi della ditta.
Dagli inizi del VII secolo i Beretta erano mercanti di armi. Nel corso del '600 furono nelle condizioni economiche e sociali di acquistare le prime fucine a Gardone Val Trompia. Dal XVII secolo la dinastia si distinse in due rami, di Gardone Val Trompia e di Brescia.
I primi dediti alcommercio di armi e poi alla fabbricazione di lastre e di canne; i secondi finitori, camuzzadori, azzalinieri, archibugieri, e ancassadori oltre che mercanti di armi. Verso òa metà del XVII secolo alcuni Beretta, si spostarono a Milano, dando origine ad un ulteriore ramo della dinastia, che rimase ativa fino al XI secolo.
La produzione armiera andava consolidando i propri lusinghieri risultati anche grazie ad accorgimenti tecnici e invenzioni tra le quali spiccò la realizzazione di Pietro Francino, costruttore di un maglio che ridusse di un terzo la realizzazione delle canne.
La richiesta delle armi si faceva pressante in occasione dei conflitti: nel 1570, durante la guerra di Cipro, conclusasi con la vittoria di Lepanto, fu chiesto agli "archibusieri" gardenonesi di lavorare giorno e notte.
Nel 1586 erano attive, nella cittadella armiera, 19 fucine di grosse dimensioni e ben 50 più piccole. In netta prevalenza erano prodotti fucili, ma anche pistole e altre armi.
Da "Lombardia Veneta" di Gualtiero Scapini Flangini, Ed Il Doge circa 600 pagine riccamente illustrate
Dagli inizi del VII secolo i Beretta erano mercanti di armi. Nel corso del '600 furono nelle condizioni economiche e sociali di acquistare le prime fucine a Gardone Val Trompia. Dal XVII secolo la dinastia si distinse in due rami, di Gardone Val Trompia e di Brescia.
I primi dediti alcommercio di armi e poi alla fabbricazione di lastre e di canne; i secondi finitori, camuzzadori, azzalinieri, archibugieri, e ancassadori oltre che mercanti di armi. Verso òa metà del XVII secolo alcuni Beretta, si spostarono a Milano, dando origine ad un ulteriore ramo della dinastia, che rimase ativa fino al XI secolo.
La produzione armiera andava consolidando i propri lusinghieri risultati anche grazie ad accorgimenti tecnici e invenzioni tra le quali spiccò la realizzazione di Pietro Francino, costruttore di un maglio che ridusse di un terzo la realizzazione delle canne.
La richiesta delle armi si faceva pressante in occasione dei conflitti: nel 1570, durante la guerra di Cipro, conclusasi con la vittoria di Lepanto, fu chiesto agli "archibusieri" gardenonesi di lavorare giorno e notte.
Nel 1586 erano attive, nella cittadella armiera, 19 fucine di grosse dimensioni e ben 50 più piccole. In netta prevalenza erano prodotti fucili, ma anche pistole e altre armi.
Da "Lombardia Veneta" di Gualtiero Scapini Flangini, Ed Il Doge circa 600 pagine riccamente illustrate
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