FOGLIATA AL GAZZETTINO SULLA PROVOCAZIONE DEI CENTRI SOCIALI il 25 aprile



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Vorrei precisare al signor Pradolin, che continua ad ignorare che pasionario si scrive con una sola esse, che usa il termine "calata" per i Veneti giunti in Piazza San Marco, quasi si trattasse di Visigoti, che definisce un intero moderno movimento indipendentista, non dissimile da tanti altri in Europa, "nostalgici della Serenissima", che non è affatto vero ciò che egli scrive, ovvero che non si sapesse della "calata" - questa sì - dei no global in Piazza, posto che ciò era stato da costoro ampiamente annunciato, come informavano tanto il Corriere Veneto, quanto La Nuova.

Non solo, dunque, avrebbero potuto essere avvisati, ma soprattutto avrebbero dovuto essere fermati, posto che gli intenti di questi signori sono sempre molto chiari e sempre gli stessi.
La filosofia del rampolletto di casa Cacciari dei "ceffoni" salutari e di monito per il futuro, di marca squisitamente squadrista e fascista, gli epiteti "campagnole" rivolti alle donne indipendentiste presenti in piazza (ma questi classisti di papà non erano antirazzisti?), come l'idea ripetuta che "la Piazza è nostra", la dicono lunga.

Chi si permette di andare a turbare le loro celebrazioni? Ero in Piazza con i miei due bambini quando questi bambocci sono entrati urlando. Fino a quel momento si trattava solo della Festa di San Marco, pacifica e colorata, piena di bambini, anziani e famiglie.
Che questi rivoluzionari da salottino se la prendano con chi lotta per un futuro migliore per la nostra terra, per dare una speranza ai nostri figli - anche a quelli che non hanno il papino progressista che li sistema o li manda all'estero - anziché con il regime soffocante di divieti e di tasse è davvero disgustoso.

E la Stampa seria, quella informata e grammaticata, non faccia di tutte le erbe un fascio. L'unico Fascio si è visto urlante e manesco martedì in Piazza San Marco.

Renzo Fogliata


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