COME MAI VENEZIA NON BRUCIAVA GLI ERETICI? la libertà religiosa
fontego dei Todeschi a Rialto, tanto erano vitali nell'economia veneziana |
"Più realisti del re" si potrebbe dire. Creando Magistrature apposite con l'intento forma e di combattere l'eresia, in realtà lo stato veneziano controllava l'operato della Santa Inquisizione, impedendone gli eccessi sanguinari. Anzi, Venezia si arrogò il diritto di riconoscere la libertà di culto a protestanti ed Ebrei residenti nel nostro stato.
Già nel XIII secolo dei Magistrati, chiamati "Savi all'Eresia" aveva il compito di vigilare sulla ortodossia in campo religioso. Erano eleti dal Doge e dal Maggior Consiglio e restavano in carica un anno. Loro compito era quello di affiancare l'Ufficio dell'Inquisizione, composto da un inquisitore, che doveva avere il placet dello stato, il Patriarca e il Nunzio apostolico.
Il Sant'Ufficio non poteva assumere decisioni se non alla presenza dei Savi, i quali potevano opporsi se le ritenevano contrarie ele leggi della Serenissima e alle consuetudini.
"Tale sistema garantì la libertà religiosa, o quanto meno, che non si verificassero episodi quali la messa al rogo degli eretici. Di norma i condannati rischiavano la messa al bando o di trascorrere in prigionia il tempo necessario.. per organizzarsi la fuga.
A tal proposito è anche da ricordare come i tedeschi dimoranti nel Fontego potevano esercitare il culto protestante, ufficialmente riconosciuto nel 1657. Del pari era anche riconosciuta agli Ebrei la libertà di culto senza che questi fossero sottoposti al Sant'Uffizio, anche se appositi magistrati vigilavano su di loro.
Eccezionale saggezza di una Repubblica Marciana che più la conosci, più ne resti affascinato !!!
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