IL PRESIDENTE DELLA MUNICIPALITA... PROPRIO COME NEL 1797, mia lettera al Gazzettino
Festa del patrono o dei venetisti? Scontro sul 25 Aprile in Piazza, Dal Gazzettino di oggi
Continuano a chiamarci "Venetisti" e noi li chiameremo "italianisti" dato che il termine "indipendentisti"è un tabù per gli ascari presenti nel giornale.
La ricorrenza del 25 Aprile si avvicina e, con essa, le polemiche sull'uso più o meno strumentale di questa data che dalla fine della guerra a Venezia si divide fra la Liberazione e la festa del Patrono.Nel 2016, dopo un paio di anni di manifestazioni spontanee con le bandiere in piazza, il Comune aveva organizzato nel pomeriggio la festa di San Marco e questo aveva sollevato diverse polemiche per via della presenza anche di venetisti provenienti un po' da tutto il Veneto. A dare fuoco alle polveri è stavolta il presidente della Municipalità, Giovanni Andrea Martini (non poteva che esser giacobino ndR :D ) che in una lettera aperta al Sindaco Brugnaro gli chiede di risparmiare alla città lo stesso spettacolo (ossia sventolare il Gonfalone marciano in piazza San Marco, davanti a San Marco ndR).
"Il 25 aprile- ha scritto - è una festa importante per la nostra città (da secoli, diria.. ndr) è la festa della liberazione dal nazifascismo ed è la festa del nostro Patrono, San Marco (bontà sua) ed è anche la festa degli innamorati con la tradizione del bocolo.
La preoccupazione è che anche quest'anno si possa ripetere quanto è accaduto lo scorso anno, con la piazza diventa passerella per sedicenti venetisti e secessionisti (ciapa).
La nostra piazza San Marco (di chi? degli italiani? ma San Marco non è sempre stato il patrono dei Veneti, persino per la chiesa di oggi,col Patriarca genovese? leggiti un po' di storia che allarghi gli orizzonti della tua mente, caro amico) utilizzata per un'adunata che mai è stata permessa e che lei ha consentito e a cui ha partecipato non senza l'accompagnamento della gloriosa orchestra della Fenice, fischiata ed insultata mentre intonava l'inno "Va pensiero" di Giuseppe Verdi....
pescatevi la risposta di Giovanni Giusto nel giornale :)
l'articolo porta la firma di tale Michele Fuin, malgrado il cognome, italianista. Ciapa... Michele. :D
Segue la mia lettera di commento al Gazzettino
Mi riferisco alle dichiarazioni offensive del signor o dottor Giovanni Andrea Martini, degno discendente dei giacobini municipalisti (e infatti è presidente della municipalità,qualifica che gli sta a pennello, in nomen omen ) in cui ci definisce se-dicenti venetisti e indipendentisti, bontà sua, perché osiamo festeggiare il nostro Santo Patrono a Venezia, ancora capitale del Veneto, se non erro,con lo sventolio dei Gonfaloni marciani. Noto poi che la manifestazione ha il patrocinio del Sindaco Brugnaro, con tanto di esecuzione di Vivaldi, compositore veneto eseguito da musicisti veneti.
Volevo solo ricordargli che il grido di viva San Marco! e l'esposizione del vessillo fu appunto proibita dai suoi colleghi e antenati dopo "el ribalton" del 12 maggio 1797, pena la morte.
Ora non può ancora fucilarci, ma guarda caso, pare che la Questura abbia inviato una circolare "allertativa" (burocratese) ai referenti di gruppi indipendentisti, minacciando di perseguire chi commemorava in piazza San Marco, il Patrono di Venezia... E DEI VENETI TUTTI.
Ricordo sommessamente al signor o dottor Martini che le diocesi venete, fanno capo ancora al Patriarca di Venezia, e che un tempo (ai bei tempi) il giorno di San Marco era festa per tutti i veneti, religiosa e civile, con tanto di processioni condotte dai sacerdoti e dalle autorità. Ci sono strade, piazze, icone dedicate al Santo protettore delle genti venete, segno di un culto che era sia religioso, che identitario in tutto il trieveneto. Persino a Trieste ex austriaca, c'è piazza San Marco.
Che si voglia far rivivere questa antichissima tradizione dovrebbe far felice anche lui, municipalista veneziano, ma credo sia troppo ITALIANISTA (dato che noi, anche per l'autore dell'articolo siamo "venetisti") per poter gioire di una identità comune quanto antica.
Grazie per l'attenzione,
Millo Bozzolan
Seren del Grappa
Bl
Segue la mia lettera di commento al Gazzettino
Mi riferisco alle dichiarazioni offensive del signor o dottor Giovanni Andrea Martini, degno discendente dei giacobini municipalisti (e infatti è presidente della municipalità,qualifica che gli sta a pennello, in nomen omen ) in cui ci definisce se-dicenti venetisti e indipendentisti, bontà sua, perché osiamo festeggiare il nostro Santo Patrono a Venezia, ancora capitale del Veneto, se non erro,con lo sventolio dei Gonfaloni marciani. Noto poi che la manifestazione ha il patrocinio del Sindaco Brugnaro, con tanto di esecuzione di Vivaldi, compositore veneto eseguito da musicisti veneti.
Volevo solo ricordargli che il grido di viva San Marco! e l'esposizione del vessillo fu appunto proibita dai suoi colleghi e antenati dopo "el ribalton" del 12 maggio 1797, pena la morte.
Ora non può ancora fucilarci, ma guarda caso, pare che la Questura abbia inviato una circolare "allertativa" (burocratese) ai referenti di gruppi indipendentisti, minacciando di perseguire chi commemorava in piazza San Marco, il Patrono di Venezia... E DEI VENETI TUTTI.
Ricordo sommessamente al signor o dottor Martini che le diocesi venete, fanno capo ancora al Patriarca di Venezia, e che un tempo (ai bei tempi) il giorno di San Marco era festa per tutti i veneti, religiosa e civile, con tanto di processioni condotte dai sacerdoti e dalle autorità. Ci sono strade, piazze, icone dedicate al Santo protettore delle genti venete, segno di un culto che era sia religioso, che identitario in tutto il trieveneto. Persino a Trieste ex austriaca, c'è piazza San Marco.
Che si voglia far rivivere questa antichissima tradizione dovrebbe far felice anche lui, municipalista veneziano, ma credo sia troppo ITALIANISTA (dato che noi, anche per l'autore dell'articolo siamo "venetisti") per poter gioire di una identità comune quanto antica.
Grazie per l'attenzione,
Millo Bozzolan
Seren del Grappa
Bl
ciao Milo,te chiedo de coreger l'articoeo,l'infame che ga scrito se ciama michele fullin,no fuin....fuin so mi,e de talian no go gnente(pa grasia de Dio).
RispondiEliminaciao.
pax.