LA DOGARESSA, FIGURA UNICA NEL MONDO DI ALLORA
Simonetta Dondi dall'Orologio
Figura unica nel mondo nelle istituzioni politiche fu la Dogaressa, infatti non se ne riscontra una analoga nelle mogli degli altri sovrani europei.
Dei 120 Dogi veneziani si hanno notizie certe solo di 62 dogaresse, anche perché molti dei dogi non erano sposati.
Le prime Dogaresse furono quasi tutte straniere: l’ultima fu la greca Teodora che nel 1077sposò il Doge Domenico Selvo (1071 – 1084).
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A partire del 1275 si delibera la proibizione al Doge (anche ai figli e nipoti) di sposarsi con donne straniere senza l’autorizzazione del Maggior Consiglio, inoltre la Dogaressa doveva avere nobili origini.
Solo una volta si infranse la regola con Marco Corner (1365 – 1368) che aveva sposato una popolana prima di essere eletto e dovette difendere pubblicamente sua moglie.
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La Dogaressa oltre che nobile doveva essere riservata e modesta per questa ragione tutti gli anni in occasione dell’Ascensione, nel Palazzo Ducale si realizzava una curiosa cerimonia: un gruppo composto di uomini e donne provenienti dall’Isola Poveglia, consegnava alla moglie del Doge un borsellino con monetine di rame di poco valore destinate all’acquisto di un paio di pantofole.
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Con il passare del tempo la figura della Dogaressa acquista più importanza o rilievo e ottiene il titolo di Serenissima.
Si fa più sontuoso il vestuario, il giorno in cui era prevista una cerimonia solenne lei portava un corno simile al Doge.
Doveva anche giurare la Promissione nella quale era proibito contrarre debiti e fare speculazioni sul frumento, vino, sale e (soprattutto) non accettare doni.
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La incoronazione intanto si fa fastosa....arrivava a Palazzo a bordo del Bucintoro e approdava a San Marco tra il suono delle campane ed il rombo delle artiglierie.
Della coreografia facevano parte gli scudieri del Doge, preceduti da trombettieri che aprivano un lungo corteo dal quale la Dogaressa era accompagnata in Basilica dove i canonici la aspettavano.
I festeggiamenti continuavano con cene sontuosissime rallegrate da musiche e fuochi artificiali, cacce, regate, tornei, musiche e danze protraendosi in alcuni casi anche per più giorni.
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Era così costosa che a partire del 1645 fu abolita la incoronazione della Dogaressa, anche se ci fu una eccezione nel 1694 dovuta al fatto che Venezia non aveva dogaressa da quarant’anni; fu per Elisabetta Querini, moglie del doge Silvestro Valier....chissà, forse per dimenticare un pò la tristezza della crisi militare che travagliava in quegli anni la Repubblica.
Erano anche solenni i suoi funerali, veniva imbalsamata come il Doge ed esposta nella Sala del Piovevo, mentre la funzione religiosa era tenuta alla basilica dei Santi Giovanni e Paolo.
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Alcune mode furono imposte dalle Dogaresse, infatti Teodora fu quella che importò il piron (forchetta): queste mode entrarono indirettamente a far parte della storia del costume e dell’economia della Serenissima.
Giovanna Dandolo, moglie di Pasquale Malipiero (1457 – 1462), introdusse l’arte del merletto.
Morosina Morosini, moglie di Marino Grimani (1595 – 1605), f istituì un laboratorio di merletti nella Contrada Santa Fosca.
Te ze piasudo?lexite anca questo la-dogaressa-lezione-di-umilta.html
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L'incoronazione della dogaressa Morosina Morosini Grimani |
Figura unica nel mondo nelle istituzioni politiche fu la Dogaressa, infatti non se ne riscontra una analoga nelle mogli degli altri sovrani europei.
Le prime Dogaresse furono quasi tutte straniere: l’ultima fu la greca Teodora che nel 1077sposò il Doge Domenico Selvo (1071 – 1084).
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A partire del 1275 si delibera la proibizione al Doge (anche ai figli e nipoti) di sposarsi con donne straniere senza l’autorizzazione del Maggior Consiglio, inoltre la Dogaressa doveva avere nobili origini.
Solo una volta si infranse la regola con Marco Corner (1365 – 1368) che aveva sposato una popolana prima di essere eletto e dovette difendere pubblicamente sua moglie.
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La Dogaressa oltre che nobile doveva essere riservata e modesta per questa ragione tutti gli anni in occasione dell’Ascensione, nel Palazzo Ducale si realizzava una curiosa cerimonia: un gruppo composto di uomini e donne provenienti dall’Isola Poveglia, consegnava alla moglie del Doge un borsellino con monetine di rame di poco valore destinate all’acquisto di un paio di pantofole.
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Con il passare del tempo la figura della Dogaressa acquista più importanza o rilievo e ottiene il titolo di Serenissima.
Si fa più sontuoso il vestuario, il giorno in cui era prevista una cerimonia solenne lei portava un corno simile al Doge.
Doveva anche giurare la Promissione nella quale era proibito contrarre debiti e fare speculazioni sul frumento, vino, sale e (soprattutto) non accettare doni.
La incoronazione intanto si fa fastosa....arrivava a Palazzo a bordo del Bucintoro e approdava a San Marco tra il suono delle campane ed il rombo delle artiglierie.
Della coreografia facevano parte gli scudieri del Doge, preceduti da trombettieri che aprivano un lungo corteo dal quale la Dogaressa era accompagnata in Basilica dove i canonici la aspettavano.
I festeggiamenti continuavano con cene sontuosissime rallegrate da musiche e fuochi artificiali, cacce, regate, tornei, musiche e danze protraendosi in alcuni casi anche per più giorni.
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Era così costosa che a partire del 1645 fu abolita la incoronazione della Dogaressa, anche se ci fu una eccezione nel 1694 dovuta al fatto che Venezia non aveva dogaressa da quarant’anni; fu per Elisabetta Querini, moglie del doge Silvestro Valier....chissà, forse per dimenticare un pò la tristezza della crisi militare che travagliava in quegli anni la Repubblica.
Erano anche solenni i suoi funerali, veniva imbalsamata come il Doge ed esposta nella Sala del Piovevo, mentre la funzione religiosa era tenuta alla basilica dei Santi Giovanni e Paolo.
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Alcune mode furono imposte dalle Dogaresse, infatti Teodora fu quella che importò il piron (forchetta): queste mode entrarono indirettamente a far parte della storia del costume e dell’economia della Serenissima.
Giovanna Dandolo, moglie di Pasquale Malipiero (1457 – 1462), introdusse l’arte del merletto.
Morosina Morosini, moglie di Marino Grimani (1595 – 1605), f istituì un laboratorio di merletti nella Contrada Santa Fosca.
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