VENEZIA, ESEMPIO DI STATO GESTITO COME IMPRESA
L'amico storico Roberto Stoppato Badoer ripropone la visione di Venezia, città di mercanti,come un esempio "ante litteram" di una specie di multinazionale, funzionale nelle sue forme politiche e costituzionali, al profitto. Riprende una visione dello storico Frederic C. Lane (Lansing, 23 novembre 1900 – 14 ottobre 1984, non a caso nato negli States.
Pur apprezzando l'articolo, mi pare assai riduttivo monetizzare il tutto: Bragadin, Francesco Morosini, Sebastian Venier, furono, sono, ben altro. Fu innanzitutto una società libera, ma cristiana che potè forgiare i loro animi e far di Venezia il baluardo dell'Occidente contro l'Islam dilagante, per centinaia e centinaia di anni.
Di Roberto Stoppato Badoer
Essendo una società di uomini liberi che per la libertà rinunciarono a tutto, alle comodità e allo status, talvolta anche all'antico nome romano, e dovendo badare alla propria esistenza sui proventi del commercio ( mancando ogni materia prima, tranne il sale), si inventarono uno stato che altro non è, visto con gli occhi moderni, che una grande società commerciale a responsibilità (il)limitata.
L'assemblea dei soci, su cui risiede la sovranità, era rappresentata dal Maggior Consiglio, presieduto dal Doge, privo di poteri propri che non fossero di mera rappresentanza, il Collegio dei Probiviri, incarnato dal potentissimo Consiglio dei X,
Come tutte le società, vi furono delle diversità di vedute, tra i soci, quando si discusse di "aumentare la capitalizzazione" ovvero espandersi in Terraferma, accettando le dedizioni delle città venete, lombarde e friulane, lombarde e romagnole, che ambivano ad ottenere i benefici della "pax veneta".
A questo proposito è illuminante il celebre discorso tenuto dal Doge Tommaso Mocenigo, quando, ormai alla fine della vita terrena, facendo un bilancio generale della "società", espose ai membri del Minor Consiglio, tutti i dubbi e le incertezze che una simile capitalizzazione avrebbe comportato. ..
E a questa visione della società non sfuggì nessuno, dal più umile popolano, fino a l Doge e persino al Vescovo!
da "Banche, banchieri, mercanti e usuraj" Storia Veneta, periodico di storia, nr. 39
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