I PELLEGRINI ATTRAVERSO LA VIA POSTUMIA, PER VENEZIA

Di Paolo Zambon 

Il libro “Guida all’Italia dei Templari” ci informa che lungo la romana Via Postumia vi erano numerosi insediamenti dell’Ordine del Tempio; l’antica strada aveva, infatti, un’elevata importanza strategica, dato che attraversava l’Italia settentrionale da est ad ovest, da Genova ad Aquileia e raccoglieva in sé i “transiti” degli innumerevoli sbocchi delle vallate alpine per i collegamenti con il mare, nonché costituiva, per il Veneto, un passaggio obbligato verso la Padania orientale e la penisola Balcanica per chi sceglieva il percorso “via terra” per la Terrasanta.  
Le due importanti mansioni templari del Veneto si trovavano, infatti, lungo la Postumia le quali si raccordavano, attraverso la lunga via di comunicazione, con il percorso del “Camino”, l’itinerario verso Santiago de Compostela. 
Di Mason Vicentino non rimangono che pochi resti, mentre Tempio di Ormelle è una delle costruzioni Templari meglio conservate d’Italia. Un prezioso documento, il celebre “Itinerarium a Burdigala Hierusalem usque”  che un probabile anonimo pellegrino redasse allorché percorse la Via da Bordeaux fino a Gerusalemme (l’itinerario era anche chiamato Hierosolimitanum, che ne sottolinea il carattere religioso) annotando scrupolosamente tutte le sue tappe, le stazioni stradali, le locande incontrate, nonché notizie storiche sui luoghi di transito, ci permette di ricostruire quell’itinerario. 
Il  pellegrino camminò lungo la Via Domitia da Tolosa ad Arles e superò le Alpi al Moncenisio. Giunto in Italia si diresse verso oriente sino ad Aquileia seguendo un lungo tratto della Via Postumia, passando per Tortona, Piacenza, Cremona, Verona e Vicenza, quindi proseguì verso Oriente attraverso la Via dei Balcani.
... E POI L'IMBARCO SICURO A VENEZIA.
La crescente attività mercantile e commerciale di Venezia cominciò ad affermarne la supremazia sia politica che economica, nell’entroterra come nei mari. E’ già, infatti, dall’ VIII-IX secolo, con la decadenza della città di Ravenna e del sistema portuale di Comacchio, legati all’Impero Bizantino, che Venezia, sfruttando la sua posizione geografica divenne l’intermediaria privilegiata con i mercati Orientali. Venezia, a quel tempo padrona incontrastata dei mari divenne ben presto, in Italia, il maggior porto d’imbarco per pellegrini e Cavalieri Crociati. 
La Serenissima arrivò a detenere un vero e proprio monopolio dei pellegrinaggi in Terrasanta tanto da divenire il porto preferito rispetto a tutti gli altri perché garantiva sicurezza ed affidabilità: “nulla altra natione è tanto sicura da pyrati e ladri maritimi quanto la Veneta” assicura Francesco Soriano nel suo resoconto di viaggio in Terra Santa. E questa certezza in quei tempi non era poco. E’ documentato il percorso di vari pellegrini che, recatisi a Roma per visitare i principali luoghi della Cristianità, sono poi risaliti fino a Venezia per imbarcarsi e proseguire il loro lungo viaggio verso la Terra Santa. 


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