LE FRITOLE. E FRITOE...

 materiale raccolto da Barbara Rizzo
Storico dolce della Serenissima Repubblica di Venezia, le fritole venivano anticamente preparate dai fritoleri che nel 1600 si erano organizzati in una associazione simile a una corporazione per difendere la categoria e fare in modo che la tradizione venisse esclusivamente tramandata di padre in figlio. Alla caduta della repubblica lagunare la corporazione si era dovuta sciogliere, nonostante quella dei fritoleri fosse una categoria affermata nella storia veneziana, tanto da esser citata nelle opere di due grandi nomi della letteratura veneta. Nel 1755 infatti Carlo Goldoni presentava la commedia “Il Campiello”, una delle sue composizioni più famose, la cui protagonista, Orsola, era una fritolera, così come l’opera di Pietro Longhi, pubblicata qualche anno prima, “La venditrice di fritole”: entrambe le opere danno testimonianza di quanto fosse affermata la figura del fritolero, che era solito impastare in piazza le frittelle e friggerle in olio, grasso di maiale o burro cospargendole ancora calde con lo zucchero.
Diverse sono le versioni di queste deliziose frittelle, genericamente preparate con un impasto a base di uova, zucchero, farina, uvetta e pinoli, ma talvolta arricchite anche con frutta o fiori a seconda delle interpretazioni; nella Venezia stessa ne esiste anche una versione ebraica, tramandata nel ghetto dagli ebrei veneziani e ancora oggi preparate durante la festa del Purim, nota anche come carnevale ebraico o “festa delle sorti”.


Pronte 😃

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