CI FOTOGRAFAVANO CON DIETRO UNA GRANDE CARTA GEOGRAFICA,.... e pensavamo di avere un Angelo alle spalle.
Cosa provava un bambino Veneto, alle elementari negli anni 60 ?
Beh, almeno per me, istintivamente, mi immedesimavo nella parte e nel contempo mi proteggevo, serbavo dentro il cuore quello che ero e cercavo di affrontare la nuova realtà, noi pensavamo a non dare noie ai genitori che sgobbavano, pensavamo ai nonni e alle loro storie, a come rapportarsi alla nuova realtà, a scuola si sentiva una lingua nuova, straniera, ci pareva di essere inferiori, quasi sbagliati, come fossimo un poco da correggere.
Per quanto mi riguarda non ci restava che fingere attenzione, partecipazione e riconoscimento alle istituzioni: onorare la maestra/o, diretor, bandiera, le doppie, la punteggiatura, la maledetta e sconosciuta "q", etc , si cercava di esser formalmente educati,... si usava il modulo comportamentale che veniva imposto come unico e giusto, si studiava garibaldi, cavour, la storia "gloriosa" della itaglia che sembrava sempre generosa e invincibile.
Negli anni 60/70 ci avevano quasi convinto di essere in un paese normale, con uno stato che era "amico e giusto", ma...non appena parlavi in Veneto, chiedevi della nostra storia , sbagliavi una doppia, oppure facevi qualche domanda troppo intelligente per avere risposte vere, venivi bacchettato o deriso .... alcuni, e non pochi, seguivano un loro istinto libero e ribelle, ma venivano emarginati violentemente e trattati da "inadeguati".
Questa era la scuola "itagliana" negli anni 60, erano gli ultimi anni che ci facevano, ancora, marciare come i soldatini a educazione fisica , beh... certe cose non si dimenticano, incredibile come siamo sopravvissuti, conservando, una testa pensante.
Ci fotografavano con dietro una grande carta geografica, e pensavamo di avere un Angelo alle spalle, ma non sapevamo ancora, veramente, cosa ci aspettava... :-)
Zorzi Veneto 2013 rev. 2017
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