IL TIGLIO NELLE TRADIZIONI VENETICHE DEL CENTRO-EUROPA
Di Edoardo Rubini
Invio del materiale di approfondimento sull'argomento del tiglio, tradizione che marca il territorio civilizzato dai Veneti antichi nell'antichità, trattato nel mio ultimo libro: “IL VENETICO. La lingua del più antico popolo d'Europa”, che trovate sul sito di Biblos: http://www.biblos.it/category_products/view/11/227
Si tratta di due files. Il primo documento è un estratto di un testo, da wikipedia Botanik - de linden (tigli) tradotto dal Tedesco. Osservo - in via preventiva - come sia un'autentica sciocchezza, ripetuta a sproposito da chi conosce solo l'ideologia dello stato italiano e non l'autentica storia veneta, che i Veneti abbiano conosciuto tante dominazioni straniere e che siano una specie di miscuglio. I Veneti sono invece la prima Nazione che si sia formata in Europa; inoltre le Venezie, nonostante abbiano conosciuto il passaggio delle invasioni barbariche, sono un territorio che si è sempre difeso assai bene dalle invasioni, tant'è che la Repubblica Serenissima durò quasi 14 secoli, essendosi resa indipendente già poco prima del crollo di Roma e avendo i Venetici della laguna respinto tutti i tentativi di invasione. Inoltre, Goti e Longobardi nella terraferma veneta sono stati una presenza effimera ed irrilevante nella storia di queste terre. La vere invasioni che abbiamo subito sono state quelle del 1797 e del 1866.
Invio del materiale di approfondimento sull'argomento del tiglio, tradizione che marca il territorio civilizzato dai Veneti antichi nell'antichità, trattato nel mio ultimo libro: “IL VENETICO. La lingua del più antico popolo d'Europa”, che trovate sul sito di Biblos: http://www.biblos.it/category_products/view/11/227
Si tratta di due files. Il primo documento è un estratto di un testo, da wikipedia Botanik - de linden (tigli) tradotto dal Tedesco. Osservo - in via preventiva - come sia un'autentica sciocchezza, ripetuta a sproposito da chi conosce solo l'ideologia dello stato italiano e non l'autentica storia veneta, che i Veneti abbiano conosciuto tante dominazioni straniere e che siano una specie di miscuglio. I Veneti sono invece la prima Nazione che si sia formata in Europa; inoltre le Venezie, nonostante abbiano conosciuto il passaggio delle invasioni barbariche, sono un territorio che si è sempre difeso assai bene dalle invasioni, tant'è che la Repubblica Serenissima durò quasi 14 secoli, essendosi resa indipendente già poco prima del crollo di Roma e avendo i Venetici della laguna respinto tutti i tentativi di invasione. Inoltre, Goti e Longobardi nella terraferma veneta sono stati una presenza effimera ed irrilevante nella storia di queste terre. La vere invasioni che abbiamo subito sono state quelle del 1797 e del 1866.
Bellissima la pagina che consiglio di visitare: https://de.wikipedia.org/wiki/Sorben
Vi si parla degli eredi dei Sòrabi, o Vendi, di cui parlo in una nota del mio libro: “Sembra un miracolo la sopravvivenza in territorio tedesco del popolo dei Vendi (già nel nome spicca il richiamo ai Veneti), o Sorabi, appartenenti agli Slavi occidentali ed insediati ancor oggi nella regione della Lusazia, proprio l'originario focolaio d'irradiamento dei Veneti antichi (II mill. a.C.). I Sòrabi, o Vendi, o Serbi di Lusazia, sono considerati i discendenti degli Slavi polabi o dell'Elba, che in età medievale occupavano la Germania orientale. Ridotti a non più di 160.000 individui, oggi abitano soltanto nelle regioni dell'alta Sprea. La loro storia si identifica con quella della Lusazia. Nel X sec. divennero tributari, poi sudditi, dell'Impero. Nonostante l'insistente e talvolta brutale opera di germanizzazione, i Sorabi hanno mantenuto nei secoli una spiccata fisionomia nazionale e ancora conservano una solida unità linguistico-culturale. I Sorabi di Lusazia nel Medioevo non svilupparono una letteratura scritta; le prime opere nella lingua nazionale si ebbero con la riforma protestante e consistettero per lo più in traduzioni del Nuovo Testamento e in adattamenti di canti religiosi. La guerra dei Trent'anni e le vicende generali della storia tedesca nel corso dei secc. XVII e XVIII interruppero questi germi culturali. Nondimeno restava viva una ricca letteratura orale di carattere popolare con tratti analoghi a quelli delle altre letterature folcloriche degli Slavi occidentali. Dopo il 1815 l'Alta Lusazia godette di una relativa libertà culturale: nel corso dell'Ottocento il risveglio letterario dei Sorabi ebbe come animatori il poeta Handrij Zejler (1804-1872), il sacerdote Jakub Bart-Cišinski (1856-1909) e il romanziere J. Winger (1872-1918)”.
Volevo evidenziare alcuni aspetti: in primis il vero motivo della diffusione della tradizione del tiglio.
Il prof. Šavli, innanzitutto, individuava l’originario territorio germanico, limitato allo spazio tra Brema e Hannover, dove infatti l’albero sacro è la quercia; da questo distingueva l’areale venetico, dove infatti l’albero sacro è il tiglio. Visitando Bielorussia, Ucraina e Russia mi sono accorto che gli altari delle chiese ortodosse sono tutti intagliati in legno di tiglio: di sicuro si tratta di un’eredità pagana.
L’areale d’impronta venetica in Germania, dunque, comprende - oltre la parte di Centro Europa ove sono stabiliti gli Slavi Occidentali e i Paesi Baltici - anche tutta l’ex DDR ad Est e a Sud la Baviera ed il Baden-Wurttemberg, che in origine NON ERANO GERMANICI. Il Tedesco come lingua deve la sua espansione verso Sud all’influsso dell’Impero carolingio (poi asburgico), come il Latino come lingua deve la sua espansione verso Nord all’influsso dell’Impero di Roma.
Vi si parla degli eredi dei Sòrabi, o Vendi, di cui parlo in una nota del mio libro: “Sembra un miracolo la sopravvivenza in territorio tedesco del popolo dei Vendi (già nel nome spicca il richiamo ai Veneti), o Sorabi, appartenenti agli Slavi occidentali ed insediati ancor oggi nella regione della Lusazia, proprio l'originario focolaio d'irradiamento dei Veneti antichi (II mill. a.C.). I Sòrabi, o Vendi, o Serbi di Lusazia, sono considerati i discendenti degli Slavi polabi o dell'Elba, che in età medievale occupavano la Germania orientale. Ridotti a non più di 160.000 individui, oggi abitano soltanto nelle regioni dell'alta Sprea. La loro storia si identifica con quella della Lusazia. Nel X sec. divennero tributari, poi sudditi, dell'Impero. Nonostante l'insistente e talvolta brutale opera di germanizzazione, i Sorabi hanno mantenuto nei secoli una spiccata fisionomia nazionale e ancora conservano una solida unità linguistico-culturale. I Sorabi di Lusazia nel Medioevo non svilupparono una letteratura scritta; le prime opere nella lingua nazionale si ebbero con la riforma protestante e consistettero per lo più in traduzioni del Nuovo Testamento e in adattamenti di canti religiosi. La guerra dei Trent'anni e le vicende generali della storia tedesca nel corso dei secc. XVII e XVIII interruppero questi germi culturali. Nondimeno restava viva una ricca letteratura orale di carattere popolare con tratti analoghi a quelli delle altre letterature folcloriche degli Slavi occidentali. Dopo il 1815 l'Alta Lusazia godette di una relativa libertà culturale: nel corso dell'Ottocento il risveglio letterario dei Sorabi ebbe come animatori il poeta Handrij Zejler (1804-1872), il sacerdote Jakub Bart-Cišinski (1856-1909) e il romanziere J. Winger (1872-1918)”.
Volevo evidenziare alcuni aspetti: in primis il vero motivo della diffusione della tradizione del tiglio.
Il prof. Šavli, innanzitutto, individuava l’originario territorio germanico, limitato allo spazio tra Brema e Hannover, dove infatti l’albero sacro è la quercia; da questo distingueva l’areale venetico, dove infatti l’albero sacro è il tiglio. Visitando Bielorussia, Ucraina e Russia mi sono accorto che gli altari delle chiese ortodosse sono tutti intagliati in legno di tiglio: di sicuro si tratta di un’eredità pagana.
L’areale d’impronta venetica in Germania, dunque, comprende - oltre la parte di Centro Europa ove sono stabiliti gli Slavi Occidentali e i Paesi Baltici - anche tutta l’ex DDR ad Est e a Sud la Baviera ed il Baden-Wurttemberg, che in origine NON ERANO GERMANICI. Il Tedesco come lingua deve la sua espansione verso Sud all’influsso dell’Impero carolingio (poi asburgico), come il Latino come lingua deve la sua espansione verso Nord all’influsso dell’Impero di Roma.
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