GLI ARABI E L'ILLUMINISMO. l'evoluzione impossibile dell'islam.

Non emerge una spiegazione razionale nuova dell’immensa eredità islamica, né del futuro, né del posto degli arabi sul palcoscenico della storia. Continueremo ad essere lo zimbello del mondo. La Primavera araba è fallita trasformandosi in un autunno fondamentalista.


Di Hesham Saleh. Asharq al-Awsat (27/11/2012). Traduzione e sintesi di Angela Ilaria Antoniello.


Bisogna riconoscere la verità: non c’è spazio per il successo dell’Illuminismo nel mondo arabo, il futuro prossimo è interamente islamico. Credevamo che bastasse scrivere due o tre libri per entrare a far parte dei paesi sviluppati. Credevamo che dopo i pionieri della Nahda, cominciando da Rifa’a al-Tahtawi, Jaber Asfour, Ahmed Abdel Muti Hijazi e passando per i grandi Taha Hussein e Nagib Mahfuz e molti altri, il problema potesse dirsi risolto.


Non vi è dubbio che la discesa in campo di Hamdeen Sabahi e el-Baradei con un pubblico giovane dimostra che l’Illuminismo in Egitto non è completamente spento e che l’eredità della Nahda è ancora viva, contrariamente a quanto avevamo temuto per un attimo. Ma non è sconvolgente che dopo due secoli di tentativi di sviluppo e accumulo di risultati artistici, pedagogici, filosofici alle elezioni egiziane la stragrande maggioranza dei voti sia andata ai Fratelli musulmani e ai Salafiti? Come possiamo parlare di rivoluzione o di Primavera araba? Rivoluzione di che cosa e per cosa? Per tornare al Medioevo?


Chi può dire che le tre rivoluzioni che hanno inaugurato questo secolo sono state un modello per noi? Mi riferisco a quella inglese, quella americana e quella francese. In realtà il nostro modello è stato la rivoluzione religiosa iraniana, ma non abbiamo il coraggio di rivelarlo. Cosa significa rivoluzione religiosa? Qui c’è una contraddizione intrinseca all’espressione, la seconda parte annulla la prima. Questa è stata la forte protesta mossa dal filosofo iraniano Dariush Shayegan che ha lasciato l’Iran dopo il ritorno di Khomeini.


Questo è ciò che direbbe l’intellettuale arabo pessimista dopo aver perso la pazienza con ciò che è accaduto e sta accadendo. Tutto ciò non mi sorprende, non ho bisogno di mentire a me stesso e agli altri. Nel mio recente libro “Le rivolte arabe alla luce della filosofia della storia” ho cercato di spiegare questo dilemma e di capirne il segreto: perché le rivoluzioni europee rappresentano tutte una rottura con la teologia mentre le rivoluzioni arabe rappresentano un ritorno entusiasta ad essa? Perché le loro rivoluzioni abbracciano il futuro e le nostre il passato? La Primavera araba intellettuale ancora non è arrivata, e quindi come potrebbe arrivare quella politica? Impossibile. Questo significa che lo sforzo dei pionieri della Nahda non è bastato. Siamo riusciti a fare molte cose, ma abbiamo fallito nella cosa più importante: spostare il macigno della vecchia teologia religiosa al suo posto.




Non emerge una spiegazione razionale nuova dell’immensa eredità islamica, né del futuro, né del posto degli arabi sul palcoscenico della storia. Continueremo ad essere lo zimbello del mondo. La Primavera araba è fallita trasformandosi in un autunno fondamentalista. Dico questo nonostante le rivolte contro i regimi corrotti e tirannici e le famiglie mafiose siano state perfettamente legittime. La speranza è che il sangue delle vittime e dei martiri non sia stato invano.


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