ANCORA NEL 1920 IL VENETO UCCISO DALLA BUROCRAZIA ITALIOTA

I Veneti già a quel tempo rimpiangevano la libertà antica, sotto le ali di San Marco.

Ecco quanto scrivevano i Repubblicano-sociali (di derivazione mazziniana) di Treviso, nel loro giornale La Riscossa (11 sett. 1920, nr. 35). Essi, riporta Bruno Pederoda, “guardavano con orrore all’inverosimile ispessimento della burocrazia romana, ma non arrivavano a sospettare, nella burocrazia, il naturale e coerente sviluppo del tessuto adiposo dello Stato italiano, proprio in quanto tale”.
<Occorre tener presente che gli impiegati dello stato, che nel 1874 erano 47.000, nel 1915 raggiungevano la bella cifra di 294.000 ed ora, tra impiegati di ruolo, operai e avventizi, rasentano il mezzo milione, importando una spesa che si aggira sui due miliardi>. Ma erano ancora quisquilie e pinzellacchere, a dirla con Totò... 

Essi scrivono poi: <Noi ci sentiamo di detestare la Roma del centralismo e della burocrazia, fonte prima della disorganizzazione morale e finanziaria del nostro paese, centro di corruzione ed avvilimento delle migliori energie del popolo italiano>. E quindi tornano con nostalgia al pensiero della buona amministrazione veneta della Serenissima, pur mettendo mettendo dei paletti, da bravi socialisti, e a quella austriaca: <La Repubblica Veneta lasciò tracce indistruttibili e meravigliose della sua amministrazione, che se anche parve a volte rigida e non equa, era però sempre intonata a rara saggezza, e che dimostrò sempre la capacità della gente veneta di amministrarsi da sé, senza l’intromissione di numi tutelari, di poteri lontani e insolenti, di burocrazie estranee, farraginose ed impotenti. Persino l’Austria aveva temperato il rigore del suo dominio politico con un’amministrazione decentrata che risentiva degli ordinamenti della Veneta Serenissima Repubblica e ne conservava e sviluppava utili affermazioni>.
E ancora a proposito delle Prefetture (oggi si parla allo stesso mdo delle Provincie): <Abolite tutte le Prefetture, scopo delle quali è il puro asservimento ak dominio politco centrale; sia costituito un unico governatorato veneto elettivo con organi tecnici ed amministrativi, competenti ed autonomi, lasciando al potere di Roma le pure funzioni di carattere imprescindibilmente unitario…>.

Che dire? Dopo 90 anni e qualche milione di impiegati statali in più non ne siamo venuti ancora a capo. Lo stato italiano è irriformabile e per questo si spaccherà, come tutte le cose rigide.

Tratto da "Macerie e miserie di una regione dimenticata" di Bruno Pederoda.

Commenti