UNA FAVOLA QUASI REALE


La poetica favola mitologica è rivissuta dal pittore veneziano con un senso ineffabile di grazia tipica dei nostri pittori della Serenessima.

E’ visibile l’amore alle cose narrate e vedute trasognato e gentile ma pure vero e reale in un ambiente tipico della campagna veneta e, allo stesso tempo, come fu dello spirito schietto del Rinascimento.

Endimione (Metamorfosi di Ovidio) qui dorme il suo sonno placido e inconscio nel notturno silenzio silvano; salvo le due piccole cicogne e le acque del ruscello, tutta la natura è in riposo.

E come il giovinetto dormono gli animali, il cane, il cervo, i conigli; la campagna con la sua penombra accoglie il segreto dell’amore di Selene (Diana) che sull’orizzonte, oltre le lontane colline, si rivela nella fioca luce della luna falcata.

Delizioso  breve componimento melodico di una lirica del paesaggio ove pare di scorgere qualcosa di romantico.

Pare che questa tavola ed il suo pendant fossero destinati per decorare uno strumento musicale a tastiera o parte di un cassone nuziale.

Il tema rappresentato è molto comune nella Cultura rinascimentale ma nella rappresentazione di Cima abbiamo l’impressine di vedere la scena da un cannocchiale, che ci rende partecipi dell’azione.

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