LA STELE CON L'ANATRA A CAMIN E I PRANZI DI NONNA LUCIA 2500 ANNI DOPO


STELE DI CAMIN (PD) posta su una sepoltura, mostra una donna paleo veneta, coperta dall’ampio scialle (penso allo zendal, lo scialle che fino a 50 anni fa usavano le nostre vecchie), che porge un’anitra al marito in veste di viandante che intraprende il viaggio per l’aldilà. L’anitra era raffigurata spesso, in quanto animale sacro, che univa l’acqua, la terra, il cielo, i tre elementi dell’universo.

Interessante la scritta: all’inizio o alla fine, a seconda che si incominci da un verso o l’altro, si leggono quattro lettere messe di seguito: R A K A che è il termine usato in slavo anche oggi per quel volatile. Coincidenze?
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L’anitra poi, ancora nel Veneto contadino di pochi anni fa, veniva uccisa e mangiata a ottobre, questo da tempo immemorabile, poiché era ingrassata e fatta crescere con le erbette che crescono sulla superficie dei fossi durante l’estate. 


A ottobre avvenivano i riti propiziatori dell’inizio dell’inverno. ne sono traccia le sagre che ancora oggi si tengono in quel mese. La Sagra di Noventa Padovana, borgo vicinissimo a Camin, si ricollega probabilmente a quei riti antichissimi. 
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PARIDE BRONZETTO VENETO di fattura etrusca, il Dio ha come copricapo un'anatra
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Ebbene, a pochi passi dal posto dove fu trovata la stele funebre, Nonna Lucia, la nonna paterna, ci invitava ogni anno per la Sagra, da vera veneta. Grande donna che lavava il bucato in una grossa mastella, non disdegnando, tra una sciacquata e l'altra, un'ombra di nero che le dava l'energia per tirare avanti la famiglia numerosa.  
E ci cucinava una grassa anatra, ai primi di ottobre, ripetendo, inconsapevole, un rito di certo vecchio di più di duemila anni.

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