LA LOMBARDIA VENETA (E LA SERENISSIMA), RACCONTATA IN UN LIBRO STUPENDO

BERGAMO- BERGHEN
Lorenzo Somma ce lo presenta

Quando si parla, si legge, si scrive riguardo alla Repubblica di Venezia, l’attenzione va a finire di regola sul mondo meraviglioso costituito da arti e commerci, da viaggi e da intrepide operazioni militari, specifici della città capitale; e le immense ricchezze frutto di una storia millenaria e accumulate dalle famiglie aristocratiche e da quelle borghesi coinvolte nelle vicende senza paragone della Serenissima continuano a stupire, non solo quando le si valutano alla luce degli importantissimi beni immobiliari tuttora esistenti e concretamente visibili, ma anche se si considerano le consistenti raccolte d’arte, di preziosi, di libri, di manoscritti, che caratterizzano almeno in parte i patrimoni relativamente assottigliatisi dopo le spoliazioni della storia, dopo l’estinzione di certune famiglie, dopo la fusione di altre in altre realtà sociali e economiche, insomma dopo due secoli di stravolgimenti e di innovazioni che hanno cambiato il volto della società veneta, ma forse solo in superficie.
BERGAMO
Se ben si guarda in effetti, quanto la Serenissima costruì o contribuì a costruire è ancora là che opera, produce, frutta, si evolve: si pensi al mondo dell’agricoltura, alle ricche campagne che dal Bergamasco all’Istria producono parecchi tra i cibi migliori che si possano gustare, parecchi tra i vini più apprezzati e ricercati, e poi primizie, specialità, eccellenze di qualità e di sapori: questa è una delle eredità più evidenti e più tangibili della Serenissima, anche se normalmente sono in pochi a farci caso.
IL CASTELLO DI BRESCIA
Del resto, quando la Serenissima combatteva, o quando commerciava, aveva bisogno di usare prodotti industriali, al limite artigianali, all’altezza dei tempi e delle armi del contendente o delle richieste del committente. Questi manufatti venivano solo in parte dagli opifici, dalle fabbriche o dai laboratori veneziani, giacché la loro quota più consistente era il frutto del lavoro dello Stato da Tera e dello Stato da Mar. Anzi, si potrebbe dire che proprio lo Stato da Tera era il polmone industriale della Repubblica, senza il quale i suoi commerci si sarebbero necessariamente ridotti, si sarebbero contratti al pur validissimo artigianato del legno, del vetro e dei tessuti preziosi della Capitale, importante e fondamentale, ma non capace di esaurire ogni richiesta e ogni attesa di una clientela internazionale sempre più esigente e attenta.

Nel libro La Lombardia Veneta di Gualtiero Scapini Flangini finalmente e doverosamente l’attenzione si sposta proprio sulle terre che costituiscono questo Stato da Tera, almeno nella sua zona più occidentale, e a dire il vero forse fin qui la meno studiata: Brescia, Bergamo, Crema e Cremona, con i relativi territori. 

Questi, dopo che l’Autore ne ha tratteggiato la storia antecedente al loro passaggio sotto il vessillo di San Marco, qui rivivono con le loro attività economiche, con gli opifici che producono panni di lana, di lino e di cotone, con i loro tessuti di preziosa seta proveniente da allevamenti locali di bachi attentamente selezionati, con i filati da tessere e i fili da cucire, di cui il mondo del passato era un consumatore avido, vista la necessità di vestire milioni di persone con i manufatti di un’industria molto spesso a dimensioni ancora artigianali....

HO MESSO PARTE DELLA BELLA PRESENTAZIONE. IL LIBRO E' PRENOTABILE, AL MOMENTO SCRIVENDO ALL'AUTORE Gualtiero Scapini, in facebook o presso Raixe Venete


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