LA RESIDENZA DEI DUODO A MONSELICE DI PADOVA


Committenti
Francesco (-1592) e Domenico Duodo /Francesco, celebrato, all'epoca, comandante delle galeazze che decisero la battaglia di Lepanto/
Pietro Duodo(-1610), figlio di Francesco
Alvise Duodo, nipote di Pietro
Nicolò Duodo (-1742)

Architetti
Vincenzo Scamozzi ( - 1616)
Vincenzo Dotto (1572 - 1629)
Andrea Tirali ( - 1737)

Attorno al 1589-90 i fratelli Francesco e Domenico Duodo contattano l'architetto vicentino Vincenzo Scamozzi per edificare una residenza. Viene costruito il corpo laterale che si vede nella foto , mentre il prospetto verrà ultimato da Andrea Tirali nel Settecento. Con un breve di Clemente VIII del 12 Novembre 1592 viene autorizzata anche la costruzione di un oratorio a fianco del corpo laterale. La realizzazione avviene tra il 1593 e il 1597.

E' opera di Pietro Duodo la 'via romana' con le sei cappelle. Nel Luglio 1605 Pietro è a Roma, e ottiene da Paolo V la licenza di edificare la chiesa, sotto il titolo di San Giorgio Martire, e sei cappelle. Ai pellegrini che le visitassero vengono concesse le stesse indulgenze accordate a chi si recava in preghiera alle sette basiliche maggiori di Roma (S. Maria Maggiore, S. Giovanni in Laterano, S. Croce in Gerusalemme, S. Lorenzo fuori le mura, S. Sebastiano, S. Paolo e S. Pietro). La sesta cappella venne co-intitolata ai ss. Pietro e Paolo. Nel 1615 sono già ultimate. Si ritiene che Pietro Duodo abbia chiesto all'architetto Vincenzo Dotto di modificare il progetto scamozziano per le chiesette. 

Dopo la costruzione, il maestro veneziano Palma il Giovane realizza il ciclo delle sei pale dedicate a L'Assunta, Sant'Elena, San Lorenzo, San Giovanni Battista, San Sebastiano e i Santi Pietro e Paolo, sistemate all'interno delle sei cappelle.

Alvise Duodo interviene con lavori di arredi interni ed esterni. Definisce e completa l'esedra dedicata a San Francesco d'Assisi. Nel 1651 ottiene inoltre da Innocenzo X che dalla chiesa romana di Tor de' Specchi si traslocassero nella chiesa di S. Giorgio i corpi di tre Santi Martiri e numerose reliquie. Per l'occasione viene innalzato un piccolo campanile con orologio (sulla campana è incisa la data 1671), inserito un nuovo altare, forse quello attuale, opera della bottega dei Corberelli. Viene anche eretto l'arco d'ingresso alla "via romana", la Porta Romana, e il "memorial" dei Duodo.

Sarà Nicolò Duodo a continuare l'attività dei Duodo a Monselice: realizza il portale con i leoni stemmati, la Rotonda e l'ala settecentesca della dimora, affidandone il coordinamento all'architetto Andrea Tirali. 
Domenico
Francesco

A lui va assegnata la costruzione della 'grotta' di S. Francesco Saverio, a ricordo del suo soggiorno monselicense nel 1537. Fa costruire pure la fontana al centro della 'corte' della villa. Nel 1720 Nicolò ottiene da papa Clemente XI altre reliquie da aggiungersi alle precendenti.

Spetta al pronipote Girolamo la costruzione della secondo cappella, nel retro della chiesetta di San Giorgio, per custodire ed esporre al pubblico le reliquie.


Ai Duodo, spenti nel 1867, diventano proprietari i Balbi-Valier, che conservano l'edificio a scopo di villeggiatura. Col tempo, però, i proprietari non curano il sito, e dal 1870 al 1883 le Sette Chiese furono totalmente abbandonate.

Morta nel 1889 la contessa Teresa Balbi-Valier, i nipoti Alberto, Marco, Alberico decisero di portare al fasto di un tempo l'eredità.

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