MARIETTA, PITTRICE FIGLIA DI TINTORETTO, BRAVA QUANTO IL PADRE

autoritratto

Vi racconto la storia di Maria Robusti figlia illegittima del Tintoretto, di una bambina nata fuori dal matrimonio e cresciuta fuori dalle regole, una immagine forte di una figlia unita dall’amore e dall’arte con il padre, in una Venezia cinquecentesca centro cosmopolita del commercio e dell’arte, dove le donne o si sposavano o erano monache. 
Le donne pittrici erano per lo più le vedove di pittori, che, trovandosi in difficoltà economiche, tiravano avanti con la bottega dei mariti. 
donna veneziana di Marietta
Così ne parla il Ridolfi, nel 1648: ” Visse dunque in Venetia Marietta Tintoretta, figliola del famoso Tintoretto, e delitie più care del genio suo, da lui allevata nel disegno e nel colorire, onde poscia fece opere tali, che n’hebbero gli Huomini a meravigliiarsi del vivace suo ingegno; ed essendo piccoletta vestiva da fanciullo, e conducevala seco il Padre dovunque andava, onde era tenuta da tutti un maschio“.
Un ritratto essenziale, questo, di Marietta Robusti, più nota come “La Tintoretta”, nata a Venezia nel 1554, frutto di una relazione prematrimoniale con una cortigiana tedesca Cornelia che poi non sarebbe stata portata all’altare (il Tintoretto sposò Faustina Episcopi che gli diede sette figli) e che morì lasciando la figlia in custodia al padre che gli impartì un’educazione musicale e artistica di alto livello. 
Marietta manifestò sin da piccola la sua spiccata propensione per il disegno. Jacopo Tintoretto, il padre, adorava Marietta, altamente ricambiato e la fece entrare nella sua bottega per istruirla ai fondamenti del dipingere all’età di sette anni. 
Marietta apprese tutti i segreti della pittura fino al punto che la sua mano era confondibile con quella paterna. Fu in particolar modo ritrattista e fu molto apprezzata per questa sua peculiarità nei circoli aristocratici veneziani, che la moda del momento divenne quella di posare per la Tintoretta.

La sua fama arrivò al punto da ricevere l’invito di lavorare come pittrice alla corte di Filippo II e dell’Arciduca Ferdinando, ma la Tintoretta rifiutò per non allontanarsi dalla sua casa.

Il suo mondo fu la pittura e per questo trascorse tutta la sua vita nella bottega del Tintoretto, ma purtroppo il suo lavoro, a volte confuso con quello del padre, non è sopravvissuto. Di lei abbiamo poche opere certe, contrassegnate dalla firma “di m.”.

Nel 1586 sposò il gioielliere Jacopo d’Augusta e nel 1590, a trenta anni morì secondo alcuni di parto. Altri studiosi, invece sostengono, che ebbe un figlio Jacometto e che il bambino morì in campagna mentre era in vacanza nei pressi di Mestre. La morte del figlio la segnò profondamente e forse morì di tumore mentre era Mantova con il padre. Fu sepolta nella Chiesa di santa Maria dell’Orto, parrocchia di famiglia, lasciando un padre distrutto dal dolore che non riuscì ad essere consolato dai suoi altri figli Domenico e Marco.

In realtà sembra che la Tintoretta abbia avuto una sola figlia: Orsola. Sembra che Orsola non abbia avuto una vita semplice: fu accusata di blasfemia, prostituta, proprietaria di locanda insieme al marito manesco dal quale divorzia e poi la morte da alcolizzata.

Nel 1920 fu scoperta una sua opera “Ritratto di uomo anziano con un ragazzo”.
Bello un suo autoritratto in cui si rappresenta con in mano un madrigale di Verdelotto, quasi a sottolineare anche il suo talento musicale.

Nell’Ottocento Marietta diventa un mito, anzi il suo mito fu creato dal padre. Basta ricordare George Sand che la fa personaggio ne “I maestri mosaicisti” e Leon Cogniet che la raffigura nel quadro “Tintoretto che dipinge la morte della figlia”.

La Tintoretta fu pittrice aggraziata e talentuosa, ma donna docile, che antepose i suoi affetti alla sua carriera, ma soprattutto fu il mito di suo padre che fu suo maestro di vita e di pittura al cui amore sacrificò la sua esistenza perchè fu Tintoretto a scegliere per lei marito, passioni, casa in cui abitare.



La sua storia, però, non appare come una coercizione patriarcale, ma come una spontanea affinità elettiva, perchè la più amata fra i figli fu proprio lei, Marietta, la figlia illegittima che il padre vestiva da maschietto per farle aggirare i divieti imposti alle donne, perchè il loro fu un amore in cui ognuno volle far felice l’altro.



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