LA SERRATA DEL MAGGIOR CONSIGLIO, IN DIFESA DEI PRINCIPI DI DEMOCRAZIA VERA
LA SALA DEL MAGGIOR CONSIGLIO DA RIPOPOLARE CON I VENETI MIGLIORI |
Serrata del Maggior Consiglio Atto di riforma del Maggior Consiglio della Repubblica di Venezia (1297), comunemente ritenuto un colpo di Stato con cui l’aristocrazia veneziana precluse alle classi popolari l’accesso al governo della Repubblica; in realtà si trattò di un ampliamento della classe dirigente, effettuato allo scopo di moderare la lotta tra le fazioni e affrontare la difficile guerra con Genova.
Fino a qua spiega la Treccani, noi aggiungiamo inoltre che furono le famiglie nobili di censo medio e povero a vincere contro quella che stava affermandosi come vera e propria oligarchia: quella delle famiglie più potenti. La necessità di contenere il loro potere fece passare il principio dell'uguaglianza tra chi governava e anche il principio che gli incarichi di governo, a cominciare da quello del Doge fino alle altre magistrature, sarebbero stati affidati d'ora in avanti, ai più capaci e meritevoli.
Principio forse antichissimo che i "venetici" (Veneti di laguna) avevano saputo conservare dall'antichità, liberi da influssi stranieri, sia bizantini che longobardi. Il potere per i paleo veneti, che non ebbero mai sovrani, era nelle mani nelle assemblee dei "pater familias" (questa figura era il custode della memoria degli antenati e disponeva della proprietà dei beni e del bestiame) che eleggevano (all'ombra delle fronde del tiglio sacro che doveva favorire la saggezza nelle decisioni) le persone nelle cariche pubbliche, o decidevano sul futuro comportamento del villaggio.
Ecco quindi riaffermarsi tra i Veneti, il principio democratico antico del governo dei migliori, degli "àristos" come era nella antica Atene, e come era tra i paleo veneti, e non un governo di oligarchi destinato a fare l'interesse di pochi.
Oggi invece, nelle democrazie moderne, è ormai regola che vengano eletti i mediocri, che nella maggioranza dei casi diventeranno utili burattini di poteri occulti. Il principio giacobino, che ancora oggi dei "grullini" vogliono riportare in auge, e cioè che tutti sono uguali, e ogni individuo è intercambiabile e può governare gli altri, porta solo alla morte della democrazia vera. Anche questo ci insegna la storia dei Veneti. Puntiamo al governo dei migliori, degli "aristos", e non di tutti, ovvero dei "mediocres".
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