GLI STATUTI DI SCUTARI
QUELLO CHE NON SAPPIAMO SUGLI ALBANESI
Un piccolo ed elegante codice contenente gli Statuti di Scutari, il più antico testo legislativo di un paese balcanico, commissionato agli inizi del Cinquecento dalla comunità albanese presente a Venezia e ricopiato dall'originale trecentesco , cioè circa vent’anni dopo la cessione della città ai Turchi. Con la trascrizione del testo statutario essa voleva celebrare il glorioso passato della Scutari nei tempi in cui era un Comune, resosi autonomo dal regno di Stefan Dušan, simile a tanti altri che erano sorti in Italia e in Europa.
Dopo
quasi sette secoli dalla loro originaria stesura vengono scoperti negli
archivi del Consiglio dei X della Biblioteca
del Museo Correr di Venezia dalla studiosa e ricercatrice Lucia Nadin nel 1995 e che ne avrebbe dato notizia due anni dopo nella Conferenza Scientifica dell’Università
Luigi Gurakuqi di Scutari dedicata alla figura dell’albanologo
Carlo Tagliavini.
Gli statuti furono scritti
prima del 1346, quando Scutari era sotto il dominio del re
Stefan Dušan, e furono mantenuti in vigore anche dopo che la città
passò sotto il controllo di Venezia nel 1396 e fino alla conquista
turca del 1479.
E’
il più antico testo legislativo prodotto in territorio albanese
giunto fino a noi, una chiara testimonianza dell’Albania costiera e
dei centri urbani e ci tramanda il ricordo di uno straordinario
incontro di culture e di genti; è la testimonianza di una
stratificazione di vicende e civiltà passate attraverso una
esperienza plurisecolare.
Il
testo avrebbe accompagnato le vicende di Scutari fino alla sua caduta
sotto il dominio del Turco nel 1479, passando attraverso tutti gli
avvenimenti che segnarono la storia della città dopo la morte di
Stefan Dušan nel 1355, che era riuscito a strappare all’Impero di
Bisanzio quasi la metà dei suoi territori. I drammatici mutamenti
degli equilibri politici resero necessario un crescente impegno di
Venezia per impedire lo stabilizzarsi di una forte presenza ostile
alle bocche dell’Adriatico. Si veniva allora formando una Albania
veneziana della quale – nel 1396 – entrava a far parte
Scutari.
Venezia a Scutari e in Albania: gli statuti e il loro ruolo.
Venezia a Scutari e in Albania: gli statuti e il loro ruolo.
Dalla prima metà del Trecento e per oltre un secolo,
gli Statuti accompagnarono la vita di Scutari senza grandi modifiche. Il testo
(già esistente attorno al 1340) sembra essere passato indenne e senza difficoltà attraverso i vari cambiamenti di regime . Questo
vale anche per il più radicale dei cambiamenti, quando Giorgio Balsa
cedette la città a Venezia.
La
pubblicazione "Statuti
di Scutari", ristampata nel 2010 (dopo la prima edizione del 2002) in
una accurata edizione, consente di conoscere i caratteri essenziali
delle vicende albanesi e adriatiche del secoli XIV e XV.Facciata della Scuola degli Albanesi |
Particolare della facciata della Scuola degli Albanesi |
Dopo
la caduta della città, nel 1474, gli scutarini che per mesi avevano
resistito all’assedio ottomano, si trasferirono a Venezia, dove
costituirono veri e propri circoli di profughi per tenere vive le
tradizioni albanesi e, per la parte di loro socialmente più
qualificata, si trattò di vedere riconosciuta la propria origine
aristocratica dal patriziato veneto. Ma non bisogna dimenticare che
nella città lagunare la comunità albanese, a prevalenza di religione cristiana, si era già radicata e il
segno più evidente di tale presenza era dato dalla sua
confraternita, la scuola istituita fin dal 1442, posta sotto la
protezione della Vergine Maria e dei santi Gallo e Maurizio, la cui
sede ancora oggi porta sulla facciata l’elegante bassorilievo che
ricorda l’eroica difesa di Scutari del 1474. Sino ad ora
l’esistenza degli Statuti albanesi era deducibile solo per via
indiretta.
Si
sapeva che le città di Antivari, Dulcigno, Durazzo e Drivasto possedevano testi
giuridici di questo tipo, ma non si sono conservati. Ora con la
scoperta degli Statuti di Scutari è per la prima volta a
disposizione degli studiosi un testo originale, fonte di assoluta
importanza per la conoscenza della realtà mediterranea fra tardo
medioevo e prima età moderna.
L'Albania Veneta nel 1479 (in arancio), con indicate le date della conquista turca del Montenegro |
Di
notevole interesse sono i capitoli che trattano della costituzione
cittadina, le disposizioni relative all’assemblea popolare, al
Consiglio, ai giudici, all’obbligo del servizio militare e alle
materie di pertinenza del Comune. Lo Statuto comprende le norme sui
giudici e sui procedimenti giudiziari, sulla posizione giuridica
degli ecclesiastici e del Vescovo.
Molto
ampi sono infine i paragrafi sul diritto civile e su quello penale.
Gli
Statuti di Scutari regolamentavano nel XIV secolo la vita di quella
comunità cittadina che, nell’ambito del regno serbo, godeva di una
autonomia piuttosto ampia. La comparsa di Venezia intorno al 1400 da
un lato preservò questo territorio da una rapida conquista ottomana,
ma dall’altro il regime della Dominante significò per Scutari, da divenire la principale roccaforte veneziana, la rinuncia
all’amministrazione comunale autonoma.
Quando
i cittadini volevano difendere i diritti del Comune, facevano
generalmente ricorso agli Statuti, che costituivano il vero e proprio
simbolo dell’autonomia comunale all’ombra del gonfalone di San
Marco. Lo stato di guerra nell’Albania settentrionale affrettò i
processi di unificazione del diritto e dell’amministrazione.
L'Albania veneta nella sua massima
espansione del 1448.
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Dagli
archivi e dalle biblioteche di Venezia sono emersi inediti documenti
relativi a Scutari che permettono di inserire anche le città
albanesi nel complesso panorama medioevale del mondo cittadino delle
coste balcaniche.
Nel
suo ampio saggio “Il testo statutario” Lucia Nadin cita il breve
ma fondamentale saggio di Padre Giuseppe Valentini sulla tradizione
giuridica in Albania, nel quale lo studioso lamentava che non fosse
pervenuto un corpus statutario completo di almeno una città
albanese.
Lucia
Nadin descrive con particolare cura il manoscritto, esaminando la grafia, la
simbologia della carta acquerellata in apertura del codice, il
contenuto e la struttura dei vari capitoli.
Numerosi
sono i rinvii a festività religiose: tali riferimenti danno chiara
luce al panorama della vita religiosa scutarina fino al Quattrocento
e sono tanto più importanti in quanto Scutari, più di ogni altra
città albanese, ha rivendicando nel tempo le sue radici cristiane di
fronte alla forzata islamizzazione.
Lucia
Nadin ricorda che lo stesso explicit degli statuti recita: “Finis
Statutorum christianissimae civitatis Scodrae”.
Facciata della Scuola istituita dal 1442 e posta sotto la protezione della Vergine Maria e dei santi Gallo e Maurizio |
After dhe Turkish okupation of Scutari, the Colombo family emigrated in Italy. Cristofor was one of them. Scutari was a port at that time, and the Colombo family tradicional occupation was navigation. The other part of the history now is well known.
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