A Lepanto combattè in pantofole perchè gli facevano male i calli
Incarna la gloria veneziana
di Lepanto, assieme ad Agostino Barbarigo, morto in battaglia.
Sebastiano Venièr – (n. 1496 - m. 1578) l'86° Doge di Venezia, dal 1577 al 1578, appartenne ad un’antica famiglia patrizia veneziana e i suoi membri venivano citati in documenti ufficiali del XI° sec., come residenti a Chioggia, ciò proverebbe che il nucleo principale del casato partì da lì per trasferirsi a "Rivoalto".
Battaglia di Lepanto
detta anche battaglia delle Echinadi o delle Curzolari combattuta all'imboccatura del Golfo di Corinto
Sebastiano Venier (1572 circa) in un ritratto di Jacopo Robusti, il Tintoretto |
Sebastiano Venièr – (n. 1496 - m. 1578) l'86° Doge di Venezia, dal 1577 al 1578, appartenne ad un’antica famiglia patrizia veneziana e i suoi membri venivano citati in documenti ufficiali del XI° sec., come residenti a Chioggia, ciò proverebbe che il nucleo principale del casato partì da lì per trasferirsi a "Rivoalto".
Dopo la IVa Crociata, un ramo della famiglia ottenne la signoria di Cerìgo (isola della Grecia situata a sud del Peloponneso, nel Mar Ionio, in prossimità del confine
con il Mar Egeo) e
Paro o Paros (isola dell'arcipelago delle Cicladi,
nel Mar Egeo, famosa per il suo marmo bianco); i Venier ebbero giurisdizione feudale
sul castello dalmata di Zemonico (Zemunik, frazione di Zara),
mentre su quello di Sanguineto (Verona), assieme alle famiglie Martinengo e Leoni.
I Venier che si erano trasferiti a Candia ebbero un ruolo importante nelle sollevazioni degli isolani e dei coloni veneziani contro la pesante tassazione imposta dalla Serenissima.
Oltre ai dogi Antonio, Francesco e Sebastiano (della casata Venier di Venezia) la famiglia ebbe fama per i valori espressi come giuristi, ambasciatori e
letterati, fra cui vanno ricordati Domenico (nato nel 1517), rimatore applaudito ai suoi tempi; il fratello Lorenzo, autore di poesie
volgari che
ironizzavano sui costumi dell'epoca;
Maffeo, figlio di Lorenzo, drammaturgo e felice poeta in dialetto veneziano, oltre che autore di numerose poesie erotiche, seguendo l’esempio di Pietro Aretino che influenzò i costumi della città avendo vissuto a Venezia dal 1527 al
1556.
Nominato
Duca di Candia svolse abilmente importanti
incarichi amministrativi e diplomatici (1548-1551), fu eletto procuratore di S. Marco (1570) poi provveditore generale
a Corfù e “capitan general da mar”.
Battaglia di Lepanto
detta anche battaglia delle Echinadi o delle Curzolari combattuta all'imboccatura del Golfo di Corinto
Nel 1571 fu uno dei
protagonisti della battaglia di Lepanto in cui le forze della Lega Santa inflissero una pesante sconfitta ai Turchi.
Un evento epico anche nei numeri: 150 mila uomini imbarcati, 400 navi, diversi milioni di scudi spesi e 30 mila morti in una manciata di ore.
Un evento epico anche nei numeri: 150 mila uomini imbarcati, 400 navi, diversi milioni di scudi spesi e 30 mila morti in una manciata di ore.
Comandò le forze di Venezia
dal ponte della “Capitana”, la quale
stazionava al centro della flotta, a sinistra della “Real” di don Giovanni d'Austria. Nonostante avesse
allora già settantacinque anni Venier prese parte in prima persona
al combattimento, uccidendo numerosi turchi
a colpi di balestra che un aiutante gli ricaricava senza sosta, poiché le sue braccia non avevano più sufficiente
forza per farlo.
I
cronisti dell’epoca raccontano che venne
ferito da una freccia a un piede (che si tolse da solo) perché non indossava stivali ma delle normali
pantofole da casa. Diceva che avevano una miglior presa sul ponte
bagnato della nave,
quando in realtà il vero motivo erano i calli che gli procuravano dolori insopportabili indossando gli
stivali che in combattimento erano pure ricoperti dagli schinieri, la protezione metallica che partiva sotto il ginocchio
per arrivare fino all’articolazione della caviglia (malleolo), i quali venivano
completati delle soprascarpe in maglia o in lamina metallica.
don Giovanni d'Austria |
Mehmet Alì Pasha comandante della flotta turca |
La sua figura è stata tra le più rappresentative nella storia della Repubblica, fu il grande condottiero a cui Venezia ricorse per le sue capacità quando la
pressione turca su Cipro
minacciò di travolgere l'impero veneziano di Levante. Poco diplomatico ma calcolatore ed organizzatore infaticabile della flotta, preparò la vittoria di Lepanto, sfortunatamente non riuscì gustarne i
frutti a causa della conflittualità con don Giovanni d'Austria.Il quale fece pressioni sul Senato veneziano affinché
gli affiancasse un altro capitano generale,
tanto che gli fu mandato Iacopo Foscarini, più giovane di 27 anni del Venier con il quale non mancarono gli scontri di natura generazionale.
Le conseguenti azioni navali dopo la battaglia furono deboli ed
inconcludenti, ed Egli non riuscì ad evitare che la trattativa per la pace con i Turchi avesse come base la cessione di Cipro da parte veneziana.
Lepanto rappresenta lo scontro che decise il futuro di due culture incapaci di convivere pacificamente, ma soprattutto una delle poche occasioni storiche in cui, la maggioranza della comunità europea occidentale si è riunita (o per tornaconto economico politico o per puro edonismo) sotto un'unica forza per sconfiggere un' avversario comune e garantirsi un futuro indipendente.
Lepanto rappresenta lo scontro che decise il futuro di due culture incapaci di convivere pacificamente, ma soprattutto una delle poche occasioni storiche in cui, la maggioranza della comunità europea occidentale si è riunita (o per tornaconto economico politico o per puro edonismo) sotto un'unica forza per sconfiggere un' avversario comune e garantirsi un futuro indipendente.
Le gesta
prestigiose del combattente Venier ebbero un doveroso
riconoscimento quando nel 1577 fu eletto
doge, in tardissima età avendo già compiuto 80 anni, ma suonava come
una tarda riabilitazione, un dovuto riconoscimento obtorto collo.
Fu
testimone e promotore di quel Cinquecento in cui la potenza Venezia raggiunse il
massimo livello, tuttavia fu proprio il Cinquecento ad assistere al declino della
grande Repubblica, una decadenza luminosa con diversi momenti di gloria che le
consentiranno di rimanere sul piedistallo dell’alta civiltà e dell’efficienza.
Nel ‘700 i padri fondatori della costituzione nordamericana, dopo aver soggiornato nelle città italiane più importanti, si trasferirono per alcuni mesi a Venezia per capire,
ma soprattutto per carpire, i segreti di un ostentato benessere che tuttavia conviveva con
una politica che sprofondava, giorno dopo giorno, nel più completo isolazionismo.
Doge (86°) dall'11 giugno 1577 al 3 marzo 1578.
1496? - Nasce da Mosè Venier e da Elena Donà.
1544 - Sposa Cecilia Contarini, che gli diede una figlia, la quale andò ad aggiungersi agli altri due figli naturali avuti da relazioni precedenti.
1548 - Eletto duca di
Candia, dove rimase fino al 1551.
1561-62 - Nominato Capitano
a Brescia.
1564 - Inviato in Friuli per risolvere e dirimere le contese di
natura confinaria.
1566-68 - Nominato Podestà a Verona.
1570 - Avogador di
Comun, Savio Grande, provveditore generale alle fortezze, procuratore di
San Marco. Nel marzo dello stesso anno, essendo già iniziate
le ostilità con i Turchi che minacciavano Corfù, fu
designato provveditore generale dell’isola per il suo spirito bellicoso ma poco diplomatico, ma gli fu impedito di recarvisi per le tergiversazioni del genovese Giannandrea Doria.
13 dicembre 1570 fu nominato capitano general da
mar (aveva 75 anni). Provvide subito al riordinamento dell'armata e iniziò
l'assedio di Durazzo.
1570-1573 - La guerra di Cipro o quarta
guerra turco-veneziana è il conflitto combattuto tra l'Impero Ottomano e la Repubblica di Venezia per il predominio nel Mediterraneo
orientale, conclusosi con la conquista ottomana del Regno
di Cipro, ma al contempo con la perdita della supremazia navale turca nella
battaglia di Lepanto.
1571- Conclusa la Lega
Santa (Venezia, Papato e Spagna
siglarono un'alleanza contro i Turchi) Venier organizzò la
campagna navale contro il Turco, non senza violenti
attriti con don Giovanni d'Austria. Alla battaglia di Lepanto, Venier si trovò al
centro dello schieramento, a sinistra della reale di Don Giovanni. Purtroppo dopo la vittoria, gli antagonismi che c'erano tra lui e don Giovanni ritornarono ad acuirsi.
1577 - Il suo breve dogado venne
funestato dal grande incendio del Palazzo Ducale (dicembre), che distrusse
molti capolavori pittorici. Andarono in fumo tutte le strutture lignee (soffitti e capriate/copertura) ma si scoprì che il restauro/ristrutturazione diventava impossibile, rispetto l'originale, per mancanza di legname con lunghezze sufficienti; allora il Venier diede l'incarico ai fidi mastri carpentieri arsenalotti di trovare una soluzione strutturale con il legname disponibile all'Arsenale, pur non avendone nelle lunghezze necessarie. Realizzarono le coperture come chiglie rovesciate delle navi che erano abituati a costruire.
Fu sepolto a Santa Maria degli Angeli di Murano.
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