DOVE SORSE LA PRIMA COOPERATIVA DELLA STORIA

  





Riprendendo i contenuti di uno scritto di Simonetta Dondi dall'Orologio del 20 gennaio 2016.



Portogruaro la città voluta da un vescovo, più legato ai valori terreni che a quelli spirituali.

Cittadina del Veneto orientale confinante con il Friuli, ha origini un po' particolari.
Oggi è al centro di un comprensorio formato da 11 comuni che, assieme all'area del Sandonatese, costituisce la cosiddetta Venezia Orientale.


Quando si pensa alle cooperative ci si dimentica che nella penisola italica le prime sono nate sotto le ali del Leone marciano, diffondendosi poi nelle altre regioni. Erano promosse e nascevano in ambienti di formazione cristiana e nel trentino viene costituita in età recente (1800) la prima cooperativa sociale mutuata dalla breve ma significativa esperienza inglese. Quelle che funzionarono da subito, e che tuttora resistono sulle basi originarie, sono quelle "legate" ai prodotti del terrritorio, come le latterie e/o caseifici o come le filiere del legname (dall'attività forestale alla segheria al commercio del segato). 
Panoramica di Portogruaro del XVII secolo
Fondavano la prima cooperativa ma non lo sapevano.

Un gruppo di abitanti del luogo avevano ottenuto un'area dove "realizzare" un'attività secondo le caratteristiche delle cooperative odierne dove ognuno contribuiva al reddito con la propria opera. Praticamente le attività costituirono le basi della città e spaziavano dall'agricoltura al commercio, dalla trasformazione agroalimentare alla cantieristica navale per la navigazione fluviale e lagunare per raggiungere Venezia o Aquileia.
 
La data della nascita di Portogruaro, quindi, risalirebbe al 10 gennaio 1140, quando Gervino, Vescovo di Concordia, concesse o meglio, secondo molti studiosi, abbia venduto terreni di sua proprietà e non ecclesiastici, avendoli avuti in regalo da Ottone III, re di Sassonia) ad alcuni "negozianti" (Giovanni Venerio ed Arpone, Bertario, Birigojo, Enrico Mosca e Giovanni Salinzone) il territorio detto "Fossalato" percorso dal fiume di risorgiva Lèmene, navigabile a quei tempi, perchè vi facessero un nuovo porto, il "portus de Groario", e vi fabbricassero case ed alberghi, riservando per sè il diritto di ricevere per 29 anni "un compenso per censo e fitto a titolo di livello".
Portogruaro, i mulini e la pescheria
La nascita della città potrebbe essere comunque contemporanea a quella della vicina città romana di Concordia, infatti secondo alcuni storici durante il periodo di maggior sviluppo della colonia romana, a Portogruaro sorgeva solo un piccolo villaggio di capanne; dopo l'arrivo dei barbari germanici gran parte degli abitanti si trasferirono a Portogruaro. Sono stati ritrovati reperti di epoca romana in tutto il territorio comunale, specialmente nella frazione di Lison e nella zona "San Giacomo" dove è stato ritrovato il cimitero di Concordia.

Il popolo veneto è stato da sempre famoso per non perdere tempo prezioso. Badava ai fatti concreti più che alla parole.
Nel XII° secolo già era molto indipendente sia amministrativamente che commercialmente tanto che la famiglia Bardi, ricchi banchieri fiorentini, con un piccolo esercito composto da 150 mercenari tentarono di conquistarla ma fu invano. 
I portogruaresi si resero conto che una città indipendente, senza un protettore, al centro di un territorio rurale di confine tra pianura e mare, la cui economia era basata sul commercio trovandosi tra Veneto e Friuli, era come un dolce che faceva gola a molti bambini….
Lemène, fiume di risorgiva, con il complesso dell'Oratorio Madonna della Pescheria sullo sfondo

Il Privilegio di Portogruaro
Tra il 1500 ed il 1600 abbiamo il renovatio urbis: la città viene dotata di cinta muraria, sulla riva sinistra del Limene nascono i primi fondaci con annessa dogana, inizia il lavoro di pavimentazione delle vie principali e la ricostruzione dei ponti del Rastrello e della Stretta. 
In quel periodo Cima da Conegliano iniziò a dipingere la pala dell'altare maggiore del Duomo.
Quando la Serenissima concesse il Privilegio di Portogruaro, di fatto l'aiutò a consolidare un’autonomia di tipo comunale come aveva fatto con tutte le altre città che volontariamente si erano assoggettate. 
Sotto il governo della Serenissima fece parte della Patria del Friuli, e fu amministrata dal rappresentante veneziano residente a Udine. Nel 1587 ottiene i privilegi che le consentono una maggiore libertà giudiziaria dal luogotenente udinese e, nel 1616, Portogruaro ottiene la separazione dal Friuli per passare sotto la diretta dipendenza della Repubblica. 
Verso la fine del XVII° secolo inizia il declino economico della città, come conseguenza della crisi economica di Venezia e della maggiore competitività di altri territori di terraferma della Repubblica.


Nel 1500 divenne un grosso centro mercantile, il più importante della zona ed il suo declino fu inevitabile con la scomparsa della Repubblica di Venezia, il tracollo proseguì con la creazione del fronte della Prima Guerra Mondiale, per poi riprendersi dopo il II°conflitto mondiale grazie alle colture vitivinicole.

Origine del nome Portogruaro
Gruarius, vuol dire in latino guardiano del bosco e dei campi, il prefisso porto (sul Fiume Lemene) ricorda che non è una città propriamente di mare, comunque è su una via fluviale e navigabile. 
Però l'origine del toponimo non è certa e chiara.
Questa era una zona di fitti boschi nei quali vivevano tribù celtiche che erano prossime alle colonie romane (di cui la Iulia Concordia), i celti nominarono un guardiano chiamato Gruarius, che doveva vigilare i pericoli. Siccome s’imponeva una doppia vigilanza per salvaguardare tutti i lati, non sono casuali le due gru che custodiscono il campanile nello stemma cittadino.

Palazzo Comunale
Il più antico cantiere navale al mondo è in terraferma, sulle rive di un fiume
Altra curiosità di questo paese che molti definirebbero di campagna.
Il leggendario cantiere navale Camuffo, fondato nel 1438 a Candia (Creta) quando era sotto il dominio della Serenissima Repubblica di Venezia, ha due record: è il più antico cantiere navale al mondo ed ha la sede in terraferma, appunto Portogruaro. 
Secondo la testimonianza dell'albero genealogico e delle fonti documentali, il cantiere Camuffo di Portogruaro, con le sue 19 ininterrotte generazioni, da padre in figlio, di maestri d'ascia, armatori e protomastri, costruttori di ogni tipo di imbarcazioni in legno, è universalmente considerato il più antico cantiere navale del mondo. Purtroppo rischia di scomparire perché non ci sono eredi e i potenziali acquirenti dovranno avere con il mare nel cuore, come ama dire l'ultimo erede Marco di 83 anni che assieme al fratello Giacomo (81) conducono ancor oggi l'azienda.
Nel 1840 Francesco Luigi Camuffo, già da tempo abile nel mestiere, ma impossibilitato nella successione alle proprietà dello squero di famiglia, con l'appoggio della stessa e dimostrando grande carattere imprenditoriale, si trasferì dove c'era una buona domanda di nuove imbarcazioni.
Scelse quindi come base per operare Portogruaro, ex dogana della Serenissima, punto di partenza per le attività commerciali dell'entroterra, che si congiungevano via mare tramite il fiume Lemene. Lì aprì l'attività cantieristica producendo le classiche imbarcazioni tradizionali, adatte alle esigenze del luogo caratterizzato da lagune e canali poco profondi, e fu il primo in epoca moderna a creare una flottiglia di imbarcazioni da lavoro a noleggio, soprattutto per la raccolta e il trasporto dello strame; fu pure l'inventore del locale diporto nautico, realizzando e noleggiando gondolini, sandoli, pupparini per il "passeggio domenicale".
Così i Camuffo, noti come "quei de le barche", a cavallo dei due secoli, divennero i fornitori esclusivi anche di tutti i consorzi di bonifica che operarono nel basso Veneto e nel Friuli per la realizzazione della famosa idrovia Litoranea Veneta.
Con la fine della II Guerra mondiale il cantiere abbandonò la produzione di barche da lavoro e si dedicò solo a quelle da diporto. Oggi sono considerate gli "Stradivari del mare".
 
… se nel XII° secolo i nostri antenati potevano vivere indipendi e in prosperità e nell'ordine, senza alcun pastore tedesco di guardia, non comprendo come nel III° millennio questo non possa succedere!?!


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