Campeggia in molte delle nostre città e piazze. Cos'è?



Leone di San Marco, significati e curiosità



Oggi 25 aprile, non solo a Venezia ma in buona parte dei teritori de tera e de mar si festeggia la ricorrenza di San Marco, il santo patrono della città e della Serenisima.

Quanti Veneti conoscono i significati che
il leone marciano può assumere? 

in sintesi:

> il leone Rampante o Passante: quello più riprodotto di profilo a figura intera rivolto verso sinistra, con zampa anteriore destra appoggiata sopra il libro, mentre quelle posteriori sono poste sull’acqua.

Dal Quattrocento, con l'espansione nei territori della terraferma, il leone venne raffigurato con le zampe posteriori in acqua, mentre quelle anteriori stavano sulla terra.
Sulle due colonne fronteggianti il bacino san Marco, sul quale si affaccia il molo di Palazzo Ducale, (secondo la tradizione popolare sarebbe di cattivo auspicio passarci in mezzo, essendo stato il luogo delle pubbliche esecuzioni capitali) si vedono svettare due statue: una è quella del santo guerriero, San Todaro, che uccide il drago, l’altra ha uno strano e mostruoso leone. (foto in apertura articolo) La statua bronzea è molto antica, certamente di origine assira, sicuramente raffigurava una chimera a cui vennero aggiunte le ali e forse la coda, una volta giunto in laguna, per completare la figura di un leone alato e farlo passare per marciano.
Leone con scritta <nessuno mi domina>
Doge che rende onore a San Marco, Leone rampante o passante con vangelo aperto

 > il leone In moeca: di fronte, seduto e con le ali spiegate. Utilizzato prevalentemente come sigillo nei cippi confinari.
Sopra classico Leone in Moeca, sotto utilizzato in un cippo di conterminazione


> il leone In gazzetta o in soldo: detto anche nimbato, è seduto, con le ali spiegate e l'aureola.
Leone in soldo o nimbato su bagattino di rame, coniato sotto il Doge NicolòTron

Con Nicolò Tron il leone nelle monete coniate viene rappresentato rampante, rivolto verso sinistra e che tiene con le zampe anteriori il vessillo con la banderuola rivolta verso destra era solamente nimbato; il leone sul bagattino (rame, peso gr. 2,58 ca.) coniato al tempo del Doge Tron.  Presenta muso allungato con evidenti fauci dischiuse e lingua estroflessa. 
Le ciocche della criniera hanno forma irregolare, le ali sono formate da poche penne quasi dritte ed il tronco emerge dalle onde.

 > il leone Vessillifero: rampante di  profilo, sorregge con le zampe anteriori un vessillo, senza ali e senza libro.

> MAO: acronimo di Mostrina Avambraccio Ordinaria, in quanto è il simbolo del Reggimento Lagunari Serenissima e viene portato sull'avambraccio delle uniformi. Viene rappresentato da un Leone in mo'eca, nella versione detta da guerra, quindi Vangelo chiuso e spada alzata, a cui fanno da cornice un'ancora e due fucili.
Mostrina Avambraccio Ordinaria, simbolo del Reggimento Lagunari Serenissima




Combinazione SPADA e LIBRO

Il solo libro aperto è ritenuto simbolo della sovranità dello Stato, numerose sono le raffigurazioni del doge inginocchiato davanti a tale rappresentazione. 
Quando la spada è a terra, quindi non visibile,diventa simbolo della condizione di pace per la Serenissima. Con la spada impugnata sarebbe infine simbolo della pubblica giustizia.
Quando il libro è aperto, significa che quella specifica città in cui il leone si trova doveva pagare le tasse.
Solo libro chiuso è invece ritenuto simbolo della sovranità delegata e quindi delle pubbliche magistrature; con spada impugnata è popolarmente, ma erroneamente, ritenuto simbolo della condizione di guerra.
Con libro chiuso e spadone puntato sul libro o rivolto verso l'alto, sta a significare che quella comunità era esente dal pagare le tasse per meriti di guerra, oppure perché alla Serenissima faceva comodo tenersele buone. 



CURIOSITA'
Va ricordato che la Serenissima non codificò mai i propri simboli rappresentati secondo le mode del tempo. Rare, ma presenti, sono anche raffigurazioni del leone privo del libro, della spada e talvolta anche dell'aureola.

Di solito il leone marciano è rapprentato col libro aperto, recante la scritta PAX TIBI MARCE EVANGELISTA MEUS ( Pace a Te Marco, evangelista mio) ma non è stato sempre così; quando il libro è chiuso di solito è riprodotto con rilegatura secondo lo stile dell’epoca.

Infine una curiosità

Leone in Moeca a Portobuffolè
Porta Friuli a Portobuffolè, leone rampante con libro aperto e scritta <Diritti e doveri dell’uomo e del cittadino>
A Portobuffolè, caratteristica cittadina medioevale in provincia di Treviso ai confini con i territori pordenonesi, è presente un leone scolpito con il libro aperto, nel quale viene riportata una scritta tutta particolare: "Diritti e doveri dell’uomo e del cittadino", evidentemente venne collocato, o forse riscritto, dopo la caduta della Repubblica, durante il periodo napoleonico.
Piazzetta dei Leoncini
Altra curiosità. La piazzetta dei Leoncini, a lato della basilica e antistante Palazzo Patriarcale, è così chiamata per le due statue di leoni accovacciati delimitanti l'area centrale sopraelevata. Da bambino chi non è mai salito a cavalcioni. 

Danni procurati dai francesi.
 «… Questa guerra ai Leoni è l’unico caso storico di dichiarazione di guerra contro un simbolo. Si calcola che nello Stato da Tera, Istria esclusa, furono abbattuti 5.000 Leoni. Quelli oggi sulle colonne, sulle porte e sulle facciate, sono o rifatti o restaurati incollando e integrando i frantumi dissotterrati.» (Luigi Tomaz. Dalla Parte del Leone: la resistenza popolare marchesca in Veneto, Istria e Dalmazia alla caduta della Repubblica Serenissima nel 1797, 1998, Venezia). I turchi, (forse più civili in questo?), non hanno pensato di fare altrettanto con quelli scolpiti nelle fortezze veneziane in Grecia.
Napoleone portò via, tra le varie opere artistiche, anche il leone di bronzo di piazza San Marco e i quattro cavalli della facciata della basilica che tornarono in laguna grazie all'intervento diretto del Canova. Il leone, pur ritornando al suo posto, ebbe la rottura delle ali cadendo nelle operazioni di deposizione dalla colonna, fortuna volle che non andarono perse e vennero restaurate alla riconsegna a Venezia.

I più antichi gonfaloni-simbolo di Venezia molto probabilmente erano costituiti da una croce dorata in campo azzurro, cioè i colori dell'Impero Bizantino, facendone formalmente parte.
Le sei fiamme del gonfalone hanno rappresentato da sempre i sei sestieri della città mentre oggi, quello attuale della Regione Veneto compare invece una fascia per ciascuna provincia.
Leone su colonna eretta nel 1609 a Sottochiesa di Taleggio, Valbrembana
Nelle principali piazze delle città dei domini entrati a far parte della Repubblica, veniva innalzata la colonna con in cima il leone di San Marco, tanto che i veneziani venivano soprannominati anche "pianta leoni".  

Bassorilievo cortile Aerchivio di Stato
Bassorilievo con una rara rappresentazione del Leone di San Marco con il vangelo chiuso. Questo strano leone si trova su un muro che separa il cortile dell’Archivio di Stato dal Chiostro della Trinità. Ha l'aureola dietro criniera più lunga del solito, la lingua fuori e tiene il vangelo chiuso secondo la tradizione di quando Venezia era in guerra. 

Leone andante Palazzo Totto, Capodistria
Il territorio dell' Istria è rimasto pressochè immune dal fenomeno di leontoclastia,
questo fenomeno distruttivo particolarmente grave in Dalmazia, lasciò quasi indenne i 160 Leoni Istriani documentati tanto che la gran parte ci è giunta intatta.

Uno dei due pili di Pirano d'Istria
PIRANO D' ISTRIA, la Piazza Tartini aveva due pili che erano situati tra il Palazzo del Podestà e la Chiesa di San Pietro. Ci sono due traduzioni della scritta sotto il Leone: la prima recita: "Ecco, io aligero leone corro gli spazi della terra, del mare e del cielo"; la seconda invece dice: "Straniero, ecco io leone, domino le terre, il mare, le stelle". 
Su uno dei Pili sono riportate le misure di lunghezza: Pertica (Agrimensore); Passo (Lineare); Brazo (Altezza); Mazza (per la teleria e le stoffe); Stropa (per la legna).



 








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