QUANDO "SEGAR LE TOLE" ERA UN'ARTE
Di Paolo Zambon
ARSENALE DI VENEZIA, 1720, INSEGNA DELLA CORPORAZIONE DEI "MARANGONI" (Falegnami) E, A LATO DEL LEONE ALATO, GLISTEMMI DELLE ARTI.
LE INSEGNE UN TEMPO ERANO CONSERVATE AL PALAZZO DEI CAMERLENGHI ASSIEME ALLE "MARIEGOLE" (Capitolari), alle Sedi, Chiese, Arti e Mestieri associati. Il disegno illustra la produzione di tavole da un fusto di quercia con una tecnica rimasta sostanzialmente immutata dai tempo dei romani fino a pochi decenni orsono. La sistemazione dei cunei nelle fenditure realizzata dalla sega, tenendo divaricate le due parti del tronco, permetteva alla lama di scorrere nel taglio. [MCVE – Museo Civico Correr VE].
Le Autorità veneziane deliberarono, a partire dal 1489, soprattutto allo scopo di controllare lo sviluppo della risorsa legnosa ad uso dell'Arsenale e di incrementarne la disponibilità nei Domini della Repubblica, la formazione di inventari o catasti forestali, con particolare riguardo ai patrimoni boschivi di quercia, farnia e rovere.
Le Autorità veneziane deliberarono, a partire dal 1489, soprattutto allo scopo di controllare lo sviluppo della risorsa legnosa ad uso dell'Arsenale e di incrementarne la disponibilità nei Domini della Repubblica, la formazione di inventari o catasti forestali, con particolare riguardo ai patrimoni boschivi di quercia, farnia e rovere.
Con il catasto Surian del 1568, sicuramente il più accurato documento, il dettaglio dei rilievi portò a classificare le querce in quattordici classi diametriche di mezzo piede in mezzo piede (un piede = 34,8 cm). Oltre a questo il catasto forniva almeno altre dieci informazioni diverse, fra le quali l'uso cui ciascuna pianta era più adatta nelle costruzioni navali.
Notevole problema era rappresentato dal trasporto dei tronchi. Le querce, per l'elevata densità del legno, non possono galleggiare e pertanto non potevano “fluitare” lungo i corsi d'acqua, in primis il Piave, ma dovevano essere sistemate, in numero limitato, su zattere costruite in legname di conifera, aumentando in tal modo i costi di trasporto, i quali risultavano comunque inferiori a quelli di trasporto su carri per le strade ordinarie. Per il trasporto di una sola pianta di quercia, infatti, potevano essere necessarie fino a 20 coppie di buoi, e i lavori di esbosco erano pagati secondo il numero di “carizzi”, cioè le opere giornaliere di un paio di buoi necessarie a portare i tronchi fino agli approdi posti lungo i fiumi.JACOPO TORRITI, S. FRANCESCO, ASSISI
ARSENALE DI VENEZIA, 1720, INSEGNA DELLA CORPORAZIONE DEI "MARANGONI" (Falegnami) E, A LATO DEL LEONE ALATO, GLISTEMMI DELLE ARTI.
LE INSEGNE UN TEMPO ERANO CONSERVATE AL PALAZZO DEI CAMERLENGHI ASSIEME ALLE "MARIEGOLE" (Capitolari), alle Sedi, Chiese, Arti e Mestieri associati. Il disegno illustra la produzione di tavole da un fusto di quercia con una tecnica rimasta sostanzialmente immutata dai tempo dei romani fino a pochi decenni orsono. La sistemazione dei cunei nelle fenditure realizzata dalla sega, tenendo divaricate le due parti del tronco, permetteva alla lama di scorrere nel taglio. [MCVE – Museo Civico Correr VE].
Le Autorità veneziane deliberarono, a partire dal 1489, soprattutto allo scopo di controllare lo sviluppo della risorsa legnosa ad uso dell'Arsenale e di incrementarne la disponibilità nei Domini della Repubblica, la formazione di inventari o catasti forestali, con particolare riguardo ai patrimoni boschivi di quercia, farnia e rovere.
Le Autorità veneziane deliberarono, a partire dal 1489, soprattutto allo scopo di controllare lo sviluppo della risorsa legnosa ad uso dell'Arsenale e di incrementarne la disponibilità nei Domini della Repubblica, la formazione di inventari o catasti forestali, con particolare riguardo ai patrimoni boschivi di quercia, farnia e rovere.
Con il catasto Surian del 1568, sicuramente il più accurato documento, il dettaglio dei rilievi portò a classificare le querce in quattordici classi diametriche di mezzo piede in mezzo piede (un piede = 34,8 cm). Oltre a questo il catasto forniva almeno altre dieci informazioni diverse, fra le quali l'uso cui ciascuna pianta era più adatta nelle costruzioni navali.
Notevole problema era rappresentato dal trasporto dei tronchi. Le querce, per l'elevata densità del legno, non possono galleggiare e pertanto non potevano “fluitare” lungo i corsi d'acqua, in primis il Piave, ma dovevano essere sistemate, in numero limitato, su zattere costruite in legname di conifera, aumentando in tal modo i costi di trasporto, i quali risultavano comunque inferiori a quelli di trasporto su carri per le strade ordinarie. Per il trasporto di una sola pianta di quercia, infatti, potevano essere necessarie fino a 20 coppie di buoi, e i lavori di esbosco erano pagati secondo il numero di “carizzi”, cioè le opere giornaliere di un paio di buoi necessarie a portare i tronchi fino agli approdi posti lungo i fiumi.JACOPO TORRITI, S. FRANCESCO, ASSISI
"COSTRUZIONE DELL'ARCA - Basilica Superiore,
Affresco 1290.
Fin dall'antichità le assi di legno per le costruzioni venivano ricavate segando il tronco in questo modo, cioè con una sega a due manici utilizzata da due persone, ed allargando con dei cunei le porzioni già segate, in modo da ridurre l'attrito della lama e facilitare il taglio. Questo sistema fu impiegato fino all'avvento delle segherie moderne a nastro o ad acqua.
Affresco 1290.
Fin dall'antichità le assi di legno per le costruzioni venivano ricavate segando il tronco in questo modo, cioè con una sega a due manici utilizzata da due persone, ed allargando con dei cunei le porzioni già segate, in modo da ridurre l'attrito della lama e facilitare il taglio. Questo sistema fu impiegato fino all'avvento delle segherie moderne a nastro o ad acqua.
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