I FRANCESI ZE STA LADRI, MA ANCA I AUSTRIACI, PERO'....
Del prof. Gianpaolo Borsetto
Nonostante la damnatio memoriae tutti sanno, o dovrebbero sapere, e qualcuno giustifica, le rapine fatte dai francesi a Venezia e nel Veneto nel 1797. Dopo aver ordinato di distruggere il Leone marciano, simbolo dello Stato Veneto, hanno saccheggiato le Casse Pubbliche, l’Arsenale, le chiese, le gallerie, la Libreria Marciana, gli archivi di Stato. Tutto è stato compiuto pubblicamente “in segno di fratellanza”. Poi ritenendo che questo non fosse abbastanza ci hanno venduto all’Austria in cambio dei Paesi Bassi che sono stati annessi alla repubblica francese.
In un documento conservato presso la Direzione dell’Archivio dei Frari (Rawdon Brown, L’Archivio di Venezia) si legge;
"Il 21 Frimaire (novembre) anno VI della Repubblica francese il commissario fran-cese Bassal, delegato per i documenti, le carte ed i titoli appartenenti alla governo di Venezia, in presenza dei cittadini Jean Dolfin e Stefano Guerra, “in esecuzione degli ordini del generale in capo” e del cittadino Polacco, archivista della Segreta, dopo aver riconosciuto i differenti armadi del Gabinetto della Segreta, consistenti in molti archivi ha estratto gli articoli seguenti “per essere trasportati a Parigi confor-memente agli ordini sopra citati del generale in capo dell’Armata d’Italia”
Il catalogo dettagliato comprende le deliberazioni del Senato relative alle materie politiche ed agli affari esteri, le Corrispondenze politiche degli Ambasciatori e Mi-nistri a Vienna, Zurigo, Ratisbona, Coirre e Munster, in Polonia, nei Grigioni, in Val-tellina, in Dalmazia etc.
Le ruberie francesi sono state le prime ma non sono state le sole e le ultime. I successivi occupanti austriaci (1798) hanno continuato le depredazioni in modo più silenzioso all’ombra di una autorità “legittima ma non legale”. Nel 1803 l’archivista imperiale Gassler si presentava alla Biblioteca Marciana ed agli Archivi di Stato prelevando 44 casse di documenti che venivano successivamente inviate a Vienna. Dopo la battaglia di Austerlitz e la pace di Presburgo Venezia ritorna sotto la domi-nazione francese e, alla luce del disposizione dell’art. 13 del trattato di Campoformio, la Francia impone all’Austria la restituzione dei documenti trafugati. Anziché 44 cas-se ne vengono restituite 45. Tuttavia preziosi documenti che si riferiscono alla spogliazione di Gassler rimasero nell’Archivio di Stato di Vienna. Con il ritorno dei predatori francesi ripresero le spogliazioni e sono state oggetto delle loro “cure” il Municipio, la Congregazione di Carità, la Fabbriceria di S. Marco, la Marina Mili-tare, la Sanità, il demanio, il bosco, l’Ispezione delle acque e strade.
Senza parlare delle ruberie private.
Con il trattato di Vienna del 1815, che regolò il Diritto pubblico dell’Europa, la Francia dovette, suo malgrado, restituire una parte dei tesori che aveva depredato in tutta l’Europa. Il 1815 riporta il Veneto sotto il dominio austriaco “sotto il nome, ma non in condizione di Regno”. E le rapine del 1797 tornano in parte nelle mani di Francesco I, che Sagredo disse nella lettera al prof. Bonaini “ch’ebbe mente validissima” (Arch. Storico Ital., Nuova Serie Tomo II). 417 manoscritti e volumi a stampa furono restituiti alla Biblioteca di S. Marco e 2125 volumi di dispacci ritornarono agli Archivi.
Nel 1846 un ordine dell’arciduca Luigi, in nome di Ferdinando I, prescrive che tutti i documenti di politica estera della Repubblica di S. Marco dovevano essere trasferiti a Vienna. Il 6 luglio dello stesso anno una riunione del consiglio comunale di Venezia ricorre in via d’urgenza e direttamente al trono per ottenere la revoca di quell’ordine. Un decreto imperiale del 16 marzo 1847 ne sospende l’esecuzione. Nell’ottobre del 1852 il Direttore dell’Archivio Generale Fabio Mutinelli, viene a conoscenza che il decreto del 1847 deve essere eseguito. Un suo rapporto del 29 ottobre 1852 N 38
predetermina la Sovrana Risoluzione del 10 febbraio 1854 con cui l’Imperatore Francesco Giuseppe assicura gli Archivi Veneti da ogni pericolo di nuove spogliazioni.
Il governo austriaco ha rapinato i tesori veneziani di opere d’arte e di monumenti scritti. Alcune di quelle spogliazioni sono avvenute in silenzio altre con la violenza della forza armata.
Con la firma della pace di Vienna del 3 ottobre del 1866 all’art. 18 si tentò di regolare il ritorno di quanto era stato depredato.....
Nonostante la damnatio memoriae tutti sanno, o dovrebbero sapere, e qualcuno giustifica, le rapine fatte dai francesi a Venezia e nel Veneto nel 1797. Dopo aver ordinato di distruggere il Leone marciano, simbolo dello Stato Veneto, hanno saccheggiato le Casse Pubbliche, l’Arsenale, le chiese, le gallerie, la Libreria Marciana, gli archivi di Stato. Tutto è stato compiuto pubblicamente “in segno di fratellanza”. Poi ritenendo che questo non fosse abbastanza ci hanno venduto all’Austria in cambio dei Paesi Bassi che sono stati annessi alla repubblica francese.
In un documento conservato presso la Direzione dell’Archivio dei Frari (Rawdon Brown, L’Archivio di Venezia) si legge;
"Il 21 Frimaire (novembre) anno VI della Repubblica francese il commissario fran-cese Bassal, delegato per i documenti, le carte ed i titoli appartenenti alla governo di Venezia, in presenza dei cittadini Jean Dolfin e Stefano Guerra, “in esecuzione degli ordini del generale in capo” e del cittadino Polacco, archivista della Segreta, dopo aver riconosciuto i differenti armadi del Gabinetto della Segreta, consistenti in molti archivi ha estratto gli articoli seguenti “per essere trasportati a Parigi confor-memente agli ordini sopra citati del generale in capo dell’Armata d’Italia”
Il catalogo dettagliato comprende le deliberazioni del Senato relative alle materie politiche ed agli affari esteri, le Corrispondenze politiche degli Ambasciatori e Mi-nistri a Vienna, Zurigo, Ratisbona, Coirre e Munster, in Polonia, nei Grigioni, in Val-tellina, in Dalmazia etc.
Le ruberie francesi sono state le prime ma non sono state le sole e le ultime. I successivi occupanti austriaci (1798) hanno continuato le depredazioni in modo più silenzioso all’ombra di una autorità “legittima ma non legale”. Nel 1803 l’archivista imperiale Gassler si presentava alla Biblioteca Marciana ed agli Archivi di Stato prelevando 44 casse di documenti che venivano successivamente inviate a Vienna. Dopo la battaglia di Austerlitz e la pace di Presburgo Venezia ritorna sotto la domi-nazione francese e, alla luce del disposizione dell’art. 13 del trattato di Campoformio, la Francia impone all’Austria la restituzione dei documenti trafugati. Anziché 44 cas-se ne vengono restituite 45. Tuttavia preziosi documenti che si riferiscono alla spogliazione di Gassler rimasero nell’Archivio di Stato di Vienna. Con il ritorno dei predatori francesi ripresero le spogliazioni e sono state oggetto delle loro “cure” il Municipio, la Congregazione di Carità, la Fabbriceria di S. Marco, la Marina Mili-tare, la Sanità, il demanio, il bosco, l’Ispezione delle acque e strade.
Senza parlare delle ruberie private.
Con il trattato di Vienna del 1815, che regolò il Diritto pubblico dell’Europa, la Francia dovette, suo malgrado, restituire una parte dei tesori che aveva depredato in tutta l’Europa. Il 1815 riporta il Veneto sotto il dominio austriaco “sotto il nome, ma non in condizione di Regno”. E le rapine del 1797 tornano in parte nelle mani di Francesco I, che Sagredo disse nella lettera al prof. Bonaini “ch’ebbe mente validissima” (Arch. Storico Ital., Nuova Serie Tomo II). 417 manoscritti e volumi a stampa furono restituiti alla Biblioteca di S. Marco e 2125 volumi di dispacci ritornarono agli Archivi.
Nel 1846 un ordine dell’arciduca Luigi, in nome di Ferdinando I, prescrive che tutti i documenti di politica estera della Repubblica di S. Marco dovevano essere trasferiti a Vienna. Il 6 luglio dello stesso anno una riunione del consiglio comunale di Venezia ricorre in via d’urgenza e direttamente al trono per ottenere la revoca di quell’ordine. Un decreto imperiale del 16 marzo 1847 ne sospende l’esecuzione. Nell’ottobre del 1852 il Direttore dell’Archivio Generale Fabio Mutinelli, viene a conoscenza che il decreto del 1847 deve essere eseguito. Un suo rapporto del 29 ottobre 1852 N 38
predetermina la Sovrana Risoluzione del 10 febbraio 1854 con cui l’Imperatore Francesco Giuseppe assicura gli Archivi Veneti da ogni pericolo di nuove spogliazioni.
Il governo austriaco ha rapinato i tesori veneziani di opere d’arte e di monumenti scritti. Alcune di quelle spogliazioni sono avvenute in silenzio altre con la violenza della forza armata.
Con la firma della pace di Vienna del 3 ottobre del 1866 all’art. 18 si tentò di regolare il ritorno di quanto era stato depredato.....
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