VENETI, VENETICI E SAN MARCO

Vi fu un momento, in cui i Veneti di terraferma, i mitici discendenti degli Eneti (Enetoi, come scriveva Omero, secondo una mitologia diffusa in epoca romana anche dal padovano Tito Livio) si differenziarono dai Venetici.  Erano questi ultimi, i nuovi abitanti della Laguna, così chiamati dai greco bizantini, che a Bisanzio continuavano l'eredità romana.

Probabilmente il termine Venetikos riprendeva a sua volta il nome antico Venetkens che troviamo inviso nel coccio di Isola Vicentina del V secolo avanti Cristo e in altri frammenti, con cui i nostri antenati si nominavano.

La separazione avvenne con il popolamento delle isole che diede origine alla nostra capitale, e nei secoli successivi, per i Venetici, noi "campagnoli" diventammo.. Lombardi, essendo stati assoggettati dai Longobardi
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Ma il senso dell'antica unità del territorio, culturale e religioso, continuò ad aleggiare e a essere motivo di contese e dispute, che portarono al contrasto per l'eredità dell'ex  X Regio tra il Patriarcato di Aquileia e Grado poi trasferito a Venezia.

Quindi la Dedizione di Venezia a San Marco, il culto delle su spoglie deposte in basilica, avevano come corollario la legittimazione del potere dei Venetici su tutto il territorio veneto, dove il culto marciano continuava ad esser diffuso.

E' bene che il movimento indipendentista faccia tesoro di questo: separarsi dalla memoria marciana, che fu soprattutto religiosa, trasformando il Leone alato, in una specie di marchietto  senza storia, ci toglie dalle mani un'arma potente. "Non possiamo non dirci cristiani.. marciani" per parafrasare Croce, che alla Chiesa non credeva molto. :)

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