I VENETI FARO DI CIVITA': LA VIA DELL'AMBRA

Di Edoardo Rubini

Eredi di una Civiltà antichissima, i Veneti furono un popolo di grandi viaggiatori. A muoverli c’era un indomabile spirito di avventura, una sete di conoscenza non disgiunta dal desiderio di elevare la propria vita, anche arricchendola di cose belle.


I Veneti divenuti poi famosi per viaggi in terre misteriose, in realtà battevano vie commerciali le cui origini risalgano alla preistoria. La più famosa è la Via dell'Ambra, che rappresenta un antico itinerario di trasporto, commercio e lavorazione di tale materiale: era un intero sistema di vie commerciali, che dai Mari Baltico e del Nord, luoghi d'estrazione della merce, conducevano verso le Civiltà mediterranee. Infatti, nella Penisola Italica, in Grecia ed in Egitto, l'ambra grezza era trasformata in preziosi monili. 

Le Venezie erano uno snodo cruciale di questa rete, anzi questo tragitto ricalcava la grande direttrice d’espansione dei Veneti antichi dal Centro Europa verso Meridione. 

Il traffico dell’ambra era controllato da genti venetiche e risale all’età del Bronzo Antico. Il cuore dell’attività estrattiva è tuttora la penisola di Samland, nella "exclave" russa di Kaliningrad, chiamata in Russo Янтарный край, cioè zona dell'ambra: oggi, su quelle coste marine, si ottengono con sistemi estrattivi di livello industriale dalle 300 alle 500 tonnellate annue della preziosa sostanza. Dai dintorni dello Samland, il viaggio seguiva il corso dei fiumi: si raggiungeva la foce della Vistola e risalendola si arrivava al fiume Warta, dopodiché s’imboccava l’affluente Prosna fino al corso superiore dell’Oder in Slesia e poi avanti, lungo la Morava, fino al Danubio. 

Dove la Morava si congiunge con il Danubio si trovava Carnuntum (Petronell, in Austria), mercato e crocevia delle antiche strade mercantili. Da Carnuntum l’ambra passava all’antica Pannonia (Ungheria) - verso i Balcani settentrionali - e ad Aquileia nelle Venetiae, dove sorgevano raffinati centri manifatturieri.

estratto da Il venetico, la lingua più antica del popolo d'Europa, di Edoardo Rubini ed Biblos 


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