UNA STRAGE DIMENTICATA DEI FRANCESI, A MONTEROVERE (CALDONAZZO)


Fernando Larcher
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Era l'10 febbraio 1797. L'esercito di Napoleone aveva occupato Trento e gruppi di soldati francesi giravano per le montagne e per le valli a requisire vettovaglie, foraggio e qualsiasi cosa servisse loro. Un gruppetto di questi giunse a Monte Rovere, sulla strada per Luserna. All'epoca, dove adesso si trova l'albergo, sorgeva un'osteria gestita da una famiglia Sartori di Casotto. 
Giunti sul luogo che era già notte, i soldati a cavallo bussarono con forza e chiesero all'oste di poter mangiare. Ma costui disse di no, che era troppo tardi e che non aveva nulla da dare loro. Indispettiti i soldati se ne andarono, dicendo che sarebbero tornati il giorno dopo. E infatti tornarono, gli stessi della sera prima. Si fecero aprire e si fecero servire da mangiare e da bere. Dopo di che, ubriachi, impiccarono l’oste, Pietro Sartori di 40 anni, accoltellarono la moglie Orsola di anni 41, uccisero il figlio Giovatta di 17 anni, la figlia Giuseppina di 14 anni, un’altra figlia di circa 3 anni, il piccolo Pietro di un anno e mezzo e uno zingaro di 60 anni che per sua sfortuna si trovava ospite. 
Riuscì a fuggire in tempo, in quanto stava al piano superiore, un certo Paoletto Draizane di Luserna, che faceva il cròmer, cioè il venditore ambulante. Mentre fuggiva vide l’osteria che bruciava, divorata dalle fiamme. Fu lui che raccontò l’accaduto ai Lusernesi, i quali accorsero inutilmente sul posto. Coraggiosamente il giorno dopo scesero a valle e denunciarono il fatto al comando francese che stava in Val Sugana. Dopo una breve indagine tutti i dodici i soldati autori della strage furono individuati. Quello stesso giorno furono impiccati.
Foto: La chiesetta di San Rocco a Monte Rovere (Caldonazzo)

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