UNA GIORNATA A VENEZIA SCANDITA DALLA CAMPANA



Antonella Todesco

La vita nelle vie di Venezia presentava in ogni stagione dell'anno una gaiezza tutta propria.
Un ora prima del levar del sole, suonavano le campane del mattutino e si toglievano le guardie al Palazzo Ducale e alla Piazza San Marco. Quando spuntava il sole, i rintocchi della campana marangona chiamava alle officine e alle botteghe gli operai, ai traghetti i gondolieri e, alle loro faccende, i facchini.
Molti, appena usciti di casa, andavano alla chiesa per la prima messa o si soffermavano a pregare dinanzi ai "capiteli" che sorgevano agli angoli Delle vie, sulla facciata di alcune case o ai piedi di qualche ponte. La vita e il movimento erano in piena animazione al suono della campana di terza, circa alle 8 d estate e alle 10 d inverno. L orario dei pubblici uffici era fissato dall ora di terza alle 13. I magistrati dei tribunali non si allontanavano finché non fosse terminata la discussione Delle cause, alcune Delle quali si prorogavano dopo pranzo e per questo motivo furono denominate "post".
Il Consiglio dei Dieci e il tribunale degli inquisitori, che si radunava quotidianamente, restavano fino a tarda ora in Palazzo.
Il Senato teneva le sue sedute due volte alla settimana dopo il Vespero.
Al tramonto del sole la campana realtina annunciava agli operai la fine del lavoro: i negozi di merci si chiudevano alle nove di sera; dopo la mezzanotte le botteghe dei commestibili e quelle osterie che non avevano la licenza di restare aperte tutta la notte.


Venezia

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