ALTINO PREROMANA E L'EXPORT DEI CAVALLI IN TUTTO IL MONDO


Tutti saprete del culto dei cavalli da parte dei nostri antichi Padri, ma forse non sapete che da Altino essi partivano magari per vincere le Olimpiadi in Grecia, o come merce pregiata ed ambita, acquistati dal tiranno Dionigi di Siracusa (tra parentesi, da noi tiranni non ve ne furono mai).
Ebbene, tracce del culto e della presenza dei destrieri "eneti" le han trovate gli archeologi, in un tempio-emporio a sud est della Altino pre romana e romana.
Era il primo santuario che chi arrivava dal mare trovava alla porte di Altino, di forma quadrangolare con un ampio cortile più volte lastricato fino in epoca romana, ed era frequentato, a giudicare dagli ex voto, sia dai Veneti che da altre etnie. Infatti si sono trovati bronzi etruschi, ceramica attica, bronzetti di tradizione celtica e di origine locale.
In una fossa sono state scoperte mandibole numerose di equino, probabilmente sepolte in un rituale apposito, come reliquie attestanti il sacrificio dei quadrupedi.  E questo ci ricollega, dicono gli studiosi, a quanto riportato da testimonianze antiche sull'usanza rituale dei Veneti di immolare a Diomede, alle foci del Timavo, un cavallo bianco.
La presenza di tale santuario è presumibile fungesse da garanzia dal punto di vista giuridico per le transizioni con stranieri e sottolinea come il porto di Altino, precursore della Venezia che sorgerà dalle sue pietre, sia stato il principale sbocco commerciale dei Veneti di allora.

Riassunto da un articolo dell'archeologa Margherita Tirelli.


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