IL VANGELO DI SAN MARCO SEQUESTRATO AI FRIULANI, MA ERA UN FALSO

il palazzo comunale o palazzo Boiani a Cividale

Una bella pagina di storia.  C'era un antico manoscritto (ma non abbastanza antico) risalente al IV secolo, che conteneva i quattro vangeli: i friulani lo conservavano a Cividale e però accantonarono tre dei quattro e ne tennero solo uno, sostenendo che era quello originale scritto da Marco. Questo accresceva il loro prestigio: ma non avevano fatto i conti senza l'oste.. cioè Venezia. 
E pensare che noi padovani abbiamo le spoglie di Luca, ma non ve lo abbiamo fatto pesare più di tanto, eh :); padovani gran dottori, si sa. 

Tra i codici antichi conservati nel Museo Archeologico di Cividale c’è parte del codex Aquileiensis o Forojuliensis, scritto nel IV secolo, che conteneva in origine tutti e quattro i Vangeli.

In tempi successivi dal codex venne tolto il Vangelo di San Marco con lo scopo di sostenere, con maggior forza religiosa e politica, la tesi che si trattava proprio del vero testo originale, scritto da S.Marco ad Aquileia.
la più antica casa medioevale, le travi a sostegno dei muri, come nelle case dei paleo veneti e dell'area germanica

A tale fine questo vangelo per parecchi anni restò esposto nel Duomo di Cividale, come una reliquia, per accrescere la venerazione dei Fedeli.

La leggenda che San Marco fosse stato presente ad Aquileia rendeva politicamente importante il ruolo della stessa sede vescovile di Aquileia e poi di Cividale (dove si trasferì il Patriarca) in relazione alle dispute dottrinali dell’epoca.
entrata al museo cristiano di Cividale

Il peso dell’opinione dei prelati che provenivano dal luogo dove era sbarcato fin dal I secolo un Santo, vicino a San Pietro doveva contare moltissimo. Come se l’antica presenza di San Marco, nei luoghi aquileiesi, avvolgesse questa diocesi in un’aura di legittimità ed ortodossia.

La Storia di San Marco, come primo evangelizzatore della zona, venne sostenuta da Carlo Magno, Re dei Franchi.
il ponte del diavolo

Il Patriarca Paolino, durante la dominazione dei Franchi, precisamente nel 796, indisse un Concilio straordinario a Cividale.

Questa città, già importante sede del Ducato Longobardo, conservò notevole rilevanza anche durante la denominazione franca. Essendo vicina al confine adriatico ed alla zona lagunare (che venivano mantenuti sotto l’influenza di Bisanzio) essa rappresentava una specie di baluardo imperiale.
statua di Giulio Cesare che dette il suo nome alla marca friulana (forum iulii appunto)

Carlo Magno promosse il Concilio Cividalese per sostenere alcune teorie cristiane, in opposizione ai vescovi bizantini, con lo scopo di contrapporsi così all’Impero Romano d’Oriente.

Alla metà del XIV secolo la città di Cividale fu prescelta quale sede per la fondazione dell’Università Friulana da parte di Carlo IV di Lussemburgo. Lo stesso Carl
il vangelo di san Marco conteso
o giunse a Cividale per l’inaugurazione e gli venne donato dal Patriarca Nicolò parte del prezioso Codex Aquileiensis o Forojuliensis. Questo codice venne portato dall’Imperatore a Praga, dove tutt’ora è custodito.

Nel 1420, quando la Repubblica di Venezia diede luogo all’annessione del Friuli (su richiesta friulana ndr), a Cividale arrivarono molti notabili veneziani. Questi si preoccuparono di recuperare il Vangelo di San Marco, come già detto, parte del Codex Aquileiese o Forogiuliese, per spedirlo alla Basilica di San Marco a Venezia.

I veneziani avevano edificato la Basilica di San Marco per ragioni religiose ma anche politiche e di opportunità legata a un’immagine prestigiosa. San Marco, infatti, rappresentava all’epoca una figura di santo molto carismatico che poteva reggere il confronto con San Pietro e quindi con il potere del papato romano.

Si racconta che le reliquie di San Marco furono rubate (forse acquistate), ad Alessandria d’Egitto, dai mercanti veneziani Tribuzio e Rustico che le portarono di nascosto a Venezia dentro una cesta.

È evidente che tutto ciò poteva accrescere il prestigio del Santo Patrono della Serenissima era considerato di fondamentale importanza. Parte del Codex Aquileiese o Forogiuliese rappresentava, quindi, un ulteriore arricchimento della dote della Basilica di San Marco.

Grazie al sito friuli.vimado.it da cui ho attinto. 

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