LE VERE CERNE O CERNIDE DEL CADORE, COME FUNZIONAVANO

Le milizie popolari cadorine operano per la difesa del territorio già al tempo del potere temporale dei Patriarchi di Aquileia al quale era soggetto anche il Cadore, ma è con il passaggio sotto la sovranità della Serenissima (1420) che le cèrnide acquistano una organizzazione appropriata ed il privilegio di combattere solo entro i confini della propria contrada contro chiunque avesse tentato di invaderla, obbligo questo cui tennero sempre fede. 

Con il passaggio alla repubblica di Venezia il Consiglio di Cadore acquistò maggior prestigio e maggiore autorità di quanto ne avesse avuti durante il dominio patriarcale. Era, infatti, connaturato alla politica veneziana concedere ai suoi territori quelle forme di autonomia, (una specie di federalismo ante litteram), per le quali le genti non si sentivano sudditi, ma partecipi alla vita pubblica. 

Ecco allora che tra i compiti del Consiglio di Cadore, che era costituito a Pieve presso il palazzo della Magnifica, vi era quello di nominare il “capitano delle cèrnide”, il comandante generale delle milizie. Queste erano formate da uomini validi provenienti dai dieci centenari, le suddivisioni territoriali che costituivano la base amministrativa del territorio.

Ogni centenaro aveva l’obbligo di costituire una propria cèrnida al comando di un “capitano di bandiera” nominato dal consiglio del centenaro. La durata delle cariche era a tempo indeterminato. Ogni miliziano teneva l’arma presso la propria casa ed era tenuto a presentarsi alle “ordinanze” nelle quali venivano eseguite periodicamente le esercitazioni e l’istruzione per l’impiego delle nuove armi. 

Nella suddetta battaglia di Rusecco le cèrnide cadorine diedero appoggio alle truppe veneziane del D’Alviano appostandosi a Nebbiù sotto il comando di Matteo Palatini di Pieve. La colonna tedesca, postasi in marcia, venne sorpresa mentre stava attraversando il corso del Rusecco e venne, in poche ore distrutta, lasciando sul terreno circa 1500 morti tra cui lo stesso comandante Sisto von Trautson.Le milizie cadorine erano ancora organizzate nel 1774, come risulta da un documento conservato nella Biblioteca Storica di Vigo. Capitano delle cèrnide risultava Giovanni Francesco Barnabò…
bandiera di Venas 

... le cernide del cadore erano divise in 10 Centenaro (cento uomini) Comelico di Sotto, comelico di sopra, Auronzo, oltrepiave, Domegge, Pieve, Valle, Venas, san Vito, Selva e Piscul Caprile (Caprile era agregato al Cadore con uno statuto speciale).

Ogni "centenaro" era composto da: un capo di cento (capitano di bandiera) alfier, un secondo alfier, 6 caporali e 9...sopranumeri e circa 100 fucilieri, nessuno portava il grado di sergente. lo stato maggiore dei centenari erano cosi composto: capitano delle cerne del Cadore, un sargente, alfier generale, capitano tenente, luogotenente aiutante, tamburo 2^ tamburo, armarolo. notizie tratte da "le cernide popolari del cadore 1989...

I gradi... erano indicati solo dalla corazza... alla sua scomparza dalle piume su capello..altro non ho trovato visti i contini incendi che vi sono stati...

bandiera del centenaro di Domegge, la stessa si trovava in municipio , ma ad una mia visita sono stato rimandato al museo ... dove la stessa essendo in pessimo stato non era visibile.... una terza bandiera quella di Valle (erano due una nuova e una vecchia, questo conferma che erano state sostituite) risultano spedite a roma nel 1916... e di esse si sono perse le tracce....

Così riassumeva Danilo Morello in maniera egregia. io mi sono arrischiato a ricostruire l'uniforme di cui sappiamo solo il colore rosso e verde come per tutte queste truppe ausiliarie. Tenendo presente che nel Settecento vi era una uniformità di taglio, secondo il Favaloro, tra truppe ausiliarie e professionali. 



                       

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