L'ALTIPIANO E QUEGLI ALBERI AMMUCCHIATI COME CADAVERI


Enego 

Mara Rossi ·  
Se si potesse tornare indietro nel tempo e si riuscisse a spostare le lancette del destino,  o si potesse schioccare le dita e con una parola magica allontanare tutto il dolore che si sta vivendo in questi ultimi giorni, chi non lo farebbe? Ma la vita e' altro dai sogni, è molto più aspra e a volte inesorabilmente crudele. E una prova della sua durezza l'ha data nelle ultime 72 ore, quando senza pietà ha spazzato via un intero territorio mettendo in ginocchio la sua popolazione. Si contano i danni materiali e sono spaventosi, anche se fortunatamente non si annovera nessuna vittima. Un disastro annunciato, ma inimmaginabile anche nelle peggiori previsioni. Nessuno credo potesse pensare a una furia tale e a un epilogo così straziante: Marcesina e Valmaron sono irriconoscibili, sono scarnificati.....martoriati.
Il solo vedere le foto mi provoca un tale disagio da sentire quasi un "male fisico", pungenti fitte di dolore che mi scorrono ovunque. Per molti non sono luoghi anonimi di montagna dove passare una giornata all'aria aperta, per quelli come me sono "casa". Sono ricordi piacevoli , memoria, affetti cari e purtroppo perduti, sono famiglia. Sono giornate passate ad contemplare il miracolo della natura, i paesaggi incantevoli che riempiono gli occhi. Sono le risate e l'allegria condivisa con amici veri...... sono luoghi che fanno parte della nostra vita e del nostro cammino.

Queste sono le ferite invisibili che faticheranno a rimarginare e che fanno tanto male. Questo è quello che non potrò più vedere e immaginare mentre seduta respirero' a pieni polmoni l'aria frizzante e pura di quei posti incantevoli.  Una tela vuota di ricordi ed emozioni che ferisce l'anima, una terra messa in ginocchio dalla furia degli eventi, una "casa" per molti, spogliata e depredata dei suoi beni più preziosi. Penso quante lacrime sono state versate e per molteplici motivi, nel nostro Altopiano e penso alla furia della guerra che ha segnato inesorabilmente la nostra memoria imprimendo nei ns ricordi immagini forti e profonde. Ora a quelle lacrime se ne aggiungono ancora, altrettanto sentite e giustificate, perché nessuno può rimanere indifferente di fronte a tanta desolazione. Le foto emanano un alone di morte e disperazione, vedere quei giganti verdi stesi al suolo uno dopo l'altro é insopportabile. Sembrano enormi cimiteri di cadaveri accatastati.
Siamo alle soglie dell'inverno e penso a tutti gli animali che non troveranno più rifugio e protezione tra questi boschi, penso a quanto tempo ci vorrà per sanare le ferite della terra e penso a quanta pazienza e lavoro servirà per contribuire alla rinascita di questi territori. Di una cosa sono certa, gli abitanti sapranno fare del loro meglio e lo hanno dimostrato fin da subito. Come in altre occasioni, volontari e civili si sono subito spesi a favore della comunità con amore e dedizione, persone meravigliose da prendere come esempio. Noi, amanti della montagna, generosamente "adottati" da questi luoghi e dalla loro gente, non resta che unirsi al loro dolore e contribuire con tutti i mezzi possibili alla rinascita che tutti auspichiamo.  


P.S. Senza voler fare polemica perché non è il momento, voglio solo far notare che sono due giorni che in qualsiasi tg nazionale si danno notizie veloci e troppo scarne a mio parere, sui danni del maltempo in Veneto. Sono stanca di vedere i servizi sul porto di Rapallo con barche e fuoribordo distrutti ( le barche sono un capriccio e sopratutto si possono ricomprare in due minuti, i boschi ci vogliono anni per farli ricrescere) o sui disagi della tromba d'aria a Roma. Credo, oltre alla nostra situazione sopra descritta, ci siano altri territori messi a dura prova e penso sia corretto dare spazio a tutti per poter spiegare i disagi subiti, non solo e sempre agli stessi.

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