NASCONO LE MILIZIE POPOLARI VENETE, LE CERNIDE copiate dal Cadore.
Siamo al fine del Quattrocento, Massimiliano I d'Austria uomo di grandi ambizioni, vuole restaurare l'antico dominio imperiale anche nella pianura veneta. Le ricche terre veneziane del resto possono offrire i mezzi per l'impresa stessa. Egli, havendo rotto con la repubblica minacciava i di lei Stati attraverso le gole del Cadore.
Furono così costituite le ordinanze, che raggruppavano le milizie locali per la difesa del territorio. Furono istituzioni del tutto uguali a quelle che già esistevano nel Cadore, che erano dette Cernide ed avevano già dato prova di resistenza e coraggio... Dapprima il Senato deliberò che un certo numero di contadini capaci nell'usare le armi venissero addestrati nella difesa, per poter affiancare l'esercito professionale.
Poi tale disposizione fu estesa anche agli altri territori dello stato ma per il Cadore, come abbiamo detto, non era una novità, tali milizie esistevano da motlo tempo ed avevano dato già prova del loro valore. E' qui il caso di ricordare che se il Macchiavelli propugnava la formazione di "fanterie toscane" la gente del Cadore, già da un paio di secoli si era premunita per la sua difesa, proprio perché, come scrisse lo stesso fiorentino, non si può haver né più fidi, né migliori, ne più veri soldati.
Venezia costituì un apposito Magistrato, il "Savio alle Ordinanze" il quale, visti i buoni risultati, estese le sue competenze anche nella Dalmazia e nei territori del Levante.
Per quanto riguarda il Cadore, da dove in realtà partì il tutto, risulta che nel "centenaro" di San Vito erano cerniti circa un centinaio di militi e raffrontandolo col numero di abitanti dei dieci "centenari" si possono calcolare circa un 2000 uomini armati.
Tra i mezzi che la Repubblica forniva (a spese del territorio, in genere ndR) ben presto comparvero gli sclopi ovvero archibugi e moschetti (più potenti e pesanti) all'inizio del XVI secolo. Tutto per mezzo del Luogotenente di Udine da cui le cernide cadorine dipendevano.
Libero riassunto da CERNIDE milizie popolari cadorine di Serafino De Lorenzo, ed Comitato Cadore 1848-1998
Massimiliano d'Austria |
Furono così costituite le ordinanze, che raggruppavano le milizie locali per la difesa del territorio. Furono istituzioni del tutto uguali a quelle che già esistevano nel Cadore, che erano dette Cernide ed avevano già dato prova di resistenza e coraggio... Dapprima il Senato deliberò che un certo numero di contadini capaci nell'usare le armi venissero addestrati nella difesa, per poter affiancare l'esercito professionale.
Craina della Dalmazia del XVII secolo ricostruzione fedele |
Venezia costituì un apposito Magistrato, il "Savio alle Ordinanze" il quale, visti i buoni risultati, estese le sue competenze anche nella Dalmazia e nei territori del Levante.
Per quanto riguarda il Cadore, da dove in realtà partì il tutto, risulta che nel "centenaro" di San Vito erano cerniti circa un centinaio di militi e raffrontandolo col numero di abitanti dei dieci "centenari" si possono calcolare circa un 2000 uomini armati.
Tra i mezzi che la Repubblica forniva (a spese del territorio, in genere ndR) ben presto comparvero gli sclopi ovvero archibugi e moschetti (più potenti e pesanti) all'inizio del XVI secolo. Tutto per mezzo del Luogotenente di Udine da cui le cernide cadorine dipendevano.
Libero riassunto da CERNIDE milizie popolari cadorine di Serafino De Lorenzo, ed Comitato Cadore 1848-1998
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