A MONDEVAL DE SORA UN VENETO DI 6000 ANNI FA

CACCIATORI PREISTORICI NELLE DOLOMITI BELLUNESI Al museo di Selva di Cadore
Dai milioni di anni si passa alle migliaia entrando nella sezione archeologica;  questa si snoda in una serie di sale, dedicate al Mesolitico nella Val Fiorentina. Un pannello sulla parete di sinistra, introduce l’argomento fornendo un inquadramento generale sul sito archeologico in quota (sito n. 1) di Mondeval de Sora (2150 m. s.l.m.). Qui sono stati documentati i resti di capanne, con una sequenza di strati archeologici contenenti non solo strumenti in selce lavorata, ma anche resti di pasto (ossa) di animali cacciati, e di carboni pertinenti ai focolari.
Una delle due vetrine presenti nella sala illustra le caratteristiche dell’ambiente e dell’economia di sussistenza praticata dall’uomo cacciatore-raccoglitore del Mesolitico.
La seconda vetrina, sulla parete opposta,  ospita tre pannelli dedicati alla conca di Mondeval de Sora, al nomadismo stagionale nel territorio alpino e alla tecnologia litica, nonché due plastici di carattere ambientale e una selezione di strumenti in selce lavorata.Nella parete di fondo un accurato diorama, integrato da un supporto audio, ricostruisce alcuni aspetti della vita e delle attività condotte in una capanna mesolitica, ricavata sotto un riparo, sulla base dei dati desunti dallo studio scientifico del sito di Mondeval de Sora.Procedendo nel percorso archeologico seguono due sale:
  La seconda, alla fine di questo percorso,  ambientata suggestivamente, dove la luce si affievolisce, frantumandosi in un cielo stellato (la costellazione di Orione) ospita, in una scenografia mozzafiato, lo scheletro originale dell”Uomo di Mondeval”; conservatosi straordinariamente integro, in posizione supina, questo si trova all’interno di una teca pavimentale opportunamente climatizzata, riproducente quella che è la sepoltura antica ritrovata a quota più elevata d’Europa.

la prima ospita gli oggetti del corredo funerario ritrovati nella sepoltura del cacciatore mesolitico, divenuto famoso come “Uomo di Mondeval”. Tali reperti sono di rara bellezza ed enorme importanza sia per conservazione, che  per qualità e quantità (spiccano ad esempio un accurato arpione e una collana di denti canini di cervo).


Anche qui la visita è agevolata da un utile supporto audio e da particolari e opportune luci che evidenziano il corredo funerario.
A concludere  il percorso archeologico si trova un video che ricostruisce la probabile fisionomia dell’Uomo di Mondeval sulla base delle caratteristiche del teschio.

L’UOMO DI MONDEVAL

Durante una campagna di scavo archeologico,  promossa da una segnalazione di Vittorino Cazzetta, a Mondeval de Sora a 2.150 metri di quota, nel Comune di San Vito di Cadore,  venne alla luce nel 1987 una sepoltura mesolitica. Sotto un riparo formato da un masso erratico, un cacciatore tra gli ultimi rappresentanti del tipo Cro-Magnon, vissuto circa 7.500 anni fa, venne sepolto con tutto il suo ricco corredo, praticamente sotto il pavimento di una capanna allestita da cacciatori mesolitici, che hanno frequentato il sito a partire da quasi 10.000 anni fa.
La perfetta conservazione dello stesso scheletro e di altri reperti organici è già un fatto eccezionale, unico per la quota, quando normalmente si conserva solo la selce. Il ricco corredo ed i resti di pasto hanno dato risposte a molti interrogativi sui cacciatori mesolitici, dei quali fino a una quarantina di anni fa, la frequentazione dell’alta montagna era ancora sconosciuta. Lo scheletro è ancora oggetto di studi scientifici volti a una maggior conoscenza del modo di vita di questi cacciatori-raccoglitori. Le successive scoperte casuali della sepoltura di Val Rosna e della mummia del Similaun, hanno confermato la presenza e frequentazione tutt’altro che sporadica nell’arco alpino da parte degli uomini preistorici.


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