UN EROE VENETO, NATO IN TERRAFERMA A CUI VENEZIA FU GRATA
Scrive Edoardo Rubini
Carissimi,
Vi inoltro questa bellissima storia che l'amico Danilo Morello mi manda in ricordo del Capitano Jacopo de Cavalli, l'eroe veneto a cui è intitolata una strada al Lido.
La storia tra l'altro dimostra, una volta di più, il sentimento nazionale veneto: in un periodo come il Medioevo, nel quale - a torto - si pensa che ci fosse un prevalente attaccamento alle Signorie locali, come Scaligeri o Carraresi, i Veneti invece si sentivano un tutt'uno ed infatti alla prima occasione le varie Comunità venete si sono staccate dai signorotti locali per entrare nel nostro Grande Stato Nazionale.
W San Marco!
Edoardo
CAVALLI, Giacomo (Iacobus a Caballis; Iacobus ab Equis; Iacomo dai Chavagli; Giacomo delli Caugi). - Nacque presumibilmente a Verona - dove la sua famiglia risulta residente già nel sec. XII
Al servizio di Venezia, in più occasioni, viene nominato capitano generale delle armate terrestri durante la guerra di Chioggia del 1379. Il contratto stipulato con il capitano, includeva anche l’arruolamento delle sue truppe; circa con 4.000 cavalieri e 2.000 tra fanti e balestrieri. Il primo scontro tra la sua vittoriosa cavalleria si ebbe al Lido di San Nicolò. Qui le truppe venete respinsero lo sbarco degli armigeri di Ambrogio Doria,il quale fu costretto a ritornare verso Chioggia, fortezza già nelle mai dei genovesi.
Dopo la riconquista di Chioggia, partecipò con le genti venete al recupero delle terre sottomesse dai Genovesi Pola, Zara, Capodistria furono le vittoriose tappe di questa impresa.
Ritornato a venezia il primo dicembre 1380 , fu nominato Nobil Homo, includendolo tra i membri del Maggior Consiglio quale ricompensa alla "prudentia, strenuitate, studio, sollicitudine ac fidelitate" ovvero per la saggezza, la forza, lo zelo, la diligenza e fedeltà con cui aveva sempre servito la Repubblica. Pochi giorni dopo una ducale gli decretò l'annua pensione vitalizia di 1.000 ducati d'oro a partire dal 20 nov. 1379.
A Venezia, ormai sua seconda patria, il capitano generale delle armate. passò gli ultimi anni della vita e qui morì nell'anno 1384. Fu sepolto in SS. Giovanni e Paolo, ove gli fu eretto, un monumento sepolcrale ad opera di Paolo di Iacobello delle Masegne.
Fonte: Dell 'Istoria della città di Verona, II, Venezia 1744, G. B. Verci .
Carissimi,
Vi inoltro questa bellissima storia che l'amico Danilo Morello mi manda in ricordo del Capitano Jacopo de Cavalli, l'eroe veneto a cui è intitolata una strada al Lido.
La storia tra l'altro dimostra, una volta di più, il sentimento nazionale veneto: in un periodo come il Medioevo, nel quale - a torto - si pensa che ci fosse un prevalente attaccamento alle Signorie locali, come Scaligeri o Carraresi, i Veneti invece si sentivano un tutt'uno ed infatti alla prima occasione le varie Comunità venete si sono staccate dai signorotti locali per entrare nel nostro Grande Stato Nazionale.
W San Marco!
Edoardo
CAVALLI, Giacomo (Iacobus a Caballis; Iacobus ab Equis; Iacomo dai Chavagli; Giacomo delli Caugi). - Nacque presumibilmente a Verona - dove la sua famiglia risulta residente già nel sec. XII
Al servizio di Venezia, in più occasioni, viene nominato capitano generale delle armate terrestri durante la guerra di Chioggia del 1379. Il contratto stipulato con il capitano, includeva anche l’arruolamento delle sue truppe; circa con 4.000 cavalieri e 2.000 tra fanti e balestrieri. Il primo scontro tra la sua vittoriosa cavalleria si ebbe al Lido di San Nicolò. Qui le truppe venete respinsero lo sbarco degli armigeri di Ambrogio Doria,il quale fu costretto a ritornare verso Chioggia, fortezza già nelle mai dei genovesi.
Dopo la riconquista di Chioggia, partecipò con le genti venete al recupero delle terre sottomesse dai Genovesi Pola, Zara, Capodistria furono le vittoriose tappe di questa impresa.
Ritornato a venezia il primo dicembre 1380 , fu nominato Nobil Homo, includendolo tra i membri del Maggior Consiglio quale ricompensa alla "prudentia, strenuitate, studio, sollicitudine ac fidelitate" ovvero per la saggezza, la forza, lo zelo, la diligenza e fedeltà con cui aveva sempre servito la Repubblica. Pochi giorni dopo una ducale gli decretò l'annua pensione vitalizia di 1.000 ducati d'oro a partire dal 20 nov. 1379.
A Venezia, ormai sua seconda patria, il capitano generale delle armate. passò gli ultimi anni della vita e qui morì nell'anno 1384. Fu sepolto in SS. Giovanni e Paolo, ove gli fu eretto, un monumento sepolcrale ad opera di Paolo di Iacobello delle Masegne.
Fonte: Dell 'Istoria della città di Verona, II, Venezia 1744, G. B. Verci .
Commenti
Posta un commento