CHI ERANO I VENETI? Di Riccardo Venturi


<I Veneti e la lingua venetica>
l’ethnicum dei Veneti (Enetoi, Uenetoi, Veneti) è presente nella tradizione allo scopo di individuare popolazioni stanziate in svariate aree del mondo antico, dall’Asia Minore (i Veneti “troiani”), alla penisola balcanica (gli Eneti illirici), dall’Europa settentrionale e centrale (Veneti, Venedi, venedae), distinti dai Sarmati, Veneti in Bretagna), alla regione laziale (i Venetulani del Lazio sono ricordati da Plinio come uno dei popoli laziali scomparsi a suo tempo). Come è possibile osservare tale ethnicum è presente in aree diverse e lontane le une dalle altre; e la cosa ha una sua precisa ragione di essere.

La questione dell’amplissima diffusione del termine “Veneti” è stata affrontata dagli studiosi solo su base linguistica, mancando l’apporto della documentazione storico-archeologica: Giacomo Devoto osservava, ad esempio, che l’etnico <wenet> non può identificarsi che con la base dei conquistatori, organizzatori, realizzatori e che ovunque “si trova attestata la parola Veneti ivi si sono affermati rappresentanti di una organizzazione di tradizione linguistica indoeuropea, meritevole di essere definita e riconosciuta in confronto delle altre con quella sostanzialmente dei vittoriosi.

A. Prosdocimi, nel tentativo di definire che cosa rappresenti l’etichetta <Veneti>, precisa che il termine Veneti è sinonimo di indoeuropei e che, nella fattispecie, “i Veneti del Veneto rappresentano un filone di indoeuropei il cui etnico era appunto <Veneti> o era avviato a divenirlo”. Mentre gli altri Veneti menzionati dalle fonti letterarie non risultano ancorati a nessuna realtà storico culturale, solamente per i Veneti dell’Adriatico si è creata una sorta di mitistoria, cui corrisponde una ricchissima documentazione archeologica, supportata dalla conoscenza seppur parziale della lingua e della scrittura.

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