COMBATTO CON I FANTI, NON CONTRO I SANTI! E BRESCIA FU SALVA



Europa Veneta

1438: dopo la ritirata di Gattamelata verso il lago di Garda, il condottiero visconteo Nicolò Piccinino con ventimila soldati mette l’assedio a Brescia, difesa dal comandante Francesco Barbano, il Rettore Cristoforo Donà ed il Governatore delle armi Taddeo d’Este; dopo 8 giorni mette in azione 80 bombarde che lanciano anche macigni di pietra del peso di trecento libbre; si aprono larghe brecce nelle mura che gli sterratori i si affannano a colmare con fascine e pietrame; Piccinino ordina la costruzione di macchine da guerra, svuota dell’acqua il fossato di Canton Mombello e fa scavare trincee per avvicinare i soldati alle mura. Il 13 dicembre nell’assalto finale, secondo la tradizione, appaiono sulle mura i Santi Patroni della città con armi dorate: brandiscono uno scudo celeste ed una spada di fuoco poi, deposte le armi, a mani nude ribattono le palle roventi fulminate dei cannoni nemici. Si racconta che all’apparire dei Santi, Piccinino fa sospendere l’attacco, dopo aver esclamato: «Io combatto contro i fanti, non contro i santi». Il 17 dicembre l’esercito milanese leva l’assedio per la gioia dei Bresciani, sicché la municipalità decide di innalzare ai martiri Faustino e Giovita un monumento al Raverotto, che ne ricorda l’intervento salvifico.

Il dipinto
L'Intervento dei santi patroni in difesa di Brescia assediata da Nicolò Piccinino è un affresco (220x330 cm) di Giandomenico Tiepolo, databile al 1754-1755 e collocato sulla parete sinistra del presbiterio della chiesa dei Santi Faustino e Giovita a Brescia, nell'ambito del più esteso progetto riguardante la volta dove si trova invece l'Apoteosi dei santi Faustino, Giovita, Benedetto e Scolastica, punto focale dell'intera opera.

Commenti

  1. E' straordinario vedere il Patriottismo Veneto trasfuso in modo così potente nella "Lombardia Veneta", come si chiamava allora, ma come spiritualmente è anche oggi.
    "Deo et Patriae omnia debeo", il motto della Repubblica Veneta, si vede bene che aveva grande seguito anche da quelle parti !
    Faustino e Giovita erano due nobili bresciani vissuti nel II secolo, che intraprendono la carriera militare e divengono cavalieri; in seguito si convertono al cristianesimo grazie al vescovo Apollonio e subiscono il martirio tra il 120 e il 134, per non aver voluto sacrificare agli dei due giovani.
    Sono venerati dalla Chiesa Cattolica come santi, si festeggiano il 15 febbraio e sono patroni della Città e della Diocesi di Brescia e della parrocchia di Sorbolo.

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